“Design sostenibile”, ovvero il design non effimero
30-05-2013
Di “design sostenibile” si sono occupati gli allievi dell’Istituto professionale per il commercio e le arti grafiche J. Gutenberg di Bolzano con un ampio e stimolante progetto didattico durato tutto l’anno scolastico in corso
Il DESIGN può essere sostenibile, non effimero, veicolo di messaggi autentici, capaci cioè di colpire intelligenza e cuore delle persone? Sembra proprio di sì, stando alla ricerca degli allievi dell’Istituto Professionale provinciale per le Arti grafiche in lingua tedesca J. Gutenberg di Bolzano che ieri ha presentato alla stampa il risultato di un interessante progetto di lavoro articolato in due ampi settori. Uno riguarda la sensibilizzazione alla raccolta differenziata dei rifiuti, l’altro la dipendenza dal gioco d’azzardo. Due problemi attualissimi, il primo che interessa la stessa sopravvivenza del pianeta Terra, il secondo una vera e propria piaga sociale, una malattia che pare diffondersi a macchia d’olio nella società del benessere.
La preside, professoressa Hanna Auer, e il professor Roby Attisano insieme agli allievi hanno illustrato le varie fasi del lavoro che hanno impegnato le classi per tutto l’anno scolastico in corso.
Nel primo caso è stato dimostrato come attraverso la creatività si possa riutilizzare intelligentemente molto dell’abbondantissimo materiale di risulta delle merci che quotidianamente entrano nelle nostre case, anche quello che può sembrare banale e inutilizzabile come le bottiglie vuote dell’acqua minerale.
Nel secondo caso, attraverso un suggestivo gioco di ombre costruito con materiali poveri – e qui entra in ballo l’efficacia del “design sostenibile”- si è dimostrato come sia possibile colpire in maniera suggestiva intelligenza ed emotività di chiunque, assolutamente senza alcuna differenziazione d’età, per indurre una riflessione profonda sul dramma della dipendenza compulsiva da gioco.