Doris Cologna – un’ artista per vocazione

Doris Cologna

Doris Cologna, diplomata all’istituto d’Arte “ A. Vittoria”di Trento, è un’artista piena di risorse. La ricerca e la sperimentazione sono parte vitale di quest’artista che si specializza seguendo corsi nelle città italiane più importanti. Opera nel suo “Atelier”a Cles, si esprime in tutte le tecniche e con molti linguaggi tra cui anche il canto soprano a “Soundscape” e la Multimedialità d’Avanguardia. Vanta diverse esposizioni e riconoscimenti importanti. Nel 1995 vince il concorso “Il Palazzo Immaginato” Brentonico (Tn) e nel 2011 il concorso “Comune di Zambana – Ex Colonia località Santel” Zambana (Tn). In questa intervista ci rivela la propria vocazione artistica, le difficoltà del lavoro e molto altro. 

Lei è un’artista che lavora nel Trentino. Non è una professione semplice. Mi dica, per Lei l’arte è una professione o una vocazione?

«Sì vivo tra questi monti e amo la mia terra, l’arte è assolutamente una vocazione. E’ difficile mettersi sempre in gioco e svelare le proprie emozioni, ma l’arte rende liberi e se si fa con passione e costanza sa ripagare in mille modi, molto. Credo davvero sia un dono per sé e per gli altri, che ne possono fruire da vicino, che diventano partecipi del tuo operare.»

Una delle grandi difficoltà per un artista è trovare la propria strada, Lei ritiene di averla trovata?

«Trovare una strada in una vita che cambia e che si vive sicuramente con maggiore sensibilità e attenzione, nell’anima di un artista è una cosa unica, direi quindi, che come la vita anche l’arte è in movimento, e testimone di un cammino.
Infatti, sono molto poliedrica nel mio linguaggio d’artista amo sperimentare e cercare nuove soluzioni con diverse tecniche e metodologie. Passo dal disegno classico ai colori d’olio, l’acquerello, i gessetti, la fotografia, l’incisione, alle forme multimediali d’arte video con profili musicali a “soundscape” servendomi della mia stessa voce, un canto lirico improvvisato che diventa duttile strumento, espressione nuova a coronamento d’immagini.»

Artisticamente come si definirebbe?

«“Mobile” per citare un brano celebre, e fare un po’di ironia ma determinata, assolutamente determinata,vivace e incisiva. Questo almeno cerco di comunicarlo nelle mie opere. Formale informale non importa sono comunque io.»

Le opere che ora espone al grande pubblico cosa vogliono significare?

«La cosa che mi affascina di più in questo momento è il cielo, vivendo in Val di Non, valle aperta e molto suggestiva dal punto di vista paesaggistico, è facile lasciarsi conquistare da esso, ma in cielo ho perso anche mio padre in un incidente aereo cinque anni fa, e da allora lo cerco ancora più fortemente dentro di me e nelle nuvole, che parlano e scendono a consolare, ma scorrono veloci portate dal vento e ti portano un pezzo sempre nuovo di mondo.» 

Perché esporre a Trento e perché quel luogo, ha un che di particolare?

«La Fida è una realtà Trentina e raccoglie artisti diversi da diverse valli; ha una storia antica come Federazione Artistica sul Territorio, e ora è rinata da qualche anno grazie a Lorenzo Lomè Menguzzato, per citare alcuni nomi,Paolo Tomio, attuale presidente, e Matteo Boato presidente uscente, e all’operare silenzioso e certosino di molti  altri, per rendere una  testimonianza forte alla realtà artistica Trentina.
In genere proponiamo costantemente delle collettive a gruppetto  più ristrette con pochi artisti divisi magari per tema e affinità stilistiche. Essendo in tanti è stato un poco problematico trovare un posto abbastanza capiente per ospitarci tutti, per la nostra Terza Collettiva FIDA(Federazione Italiana degli Artisti – /www.fida-trento.com/) che da quest’anno diverrà biennale, ecco quindi da qui la scelta di dislocarci su due sedi,Torre Mirana a Trento e la casa degli Artisti a  Canale di Tenno ma è anche un modo per toccare più persone e diverse realtà. Vi aspettiamo numerosi in entrambi i luoghi.»

Le faccio un’ultima domanda. Si diventa artisti o si è artisti?

«Personalmente  e interiormente credo che si nasca artisti, é un fuoco che hai dentro e non puoi farne senza, poterlo fare nella vita sempre, oltre a tanta costanza, sicuramente è un regalo. Se poi, quello che fai sopravvive nel tempo, è un regalo ancora più grande.»