“Per un Trentino uguale a se stesso ma migliore”

Ugo RossiUgo Rossi, l’attuale assessore alla salute e politiche sociali della Provincia di Trento potrebbe essere il futuro presidente del Trentino. In una breve intervista ci rivela alcune importanti considerazioni su politica, sanità e rapporti con la gemella Provincia Autonoma di Bolzano.

Secondo Lei i rapporti tra le due Provincie, Bolzano e Trento sono più solidi che mai, oppure dopo le recenti dichiarazioni rese da Durnwalder circa una possibile alleanza in giunta, con altri partner complicano le cose?

“Non voglio entrare nel merito delle possibili alleanze politiche per la formazione della prossima Giunta provinciale di Bolzano a meno di due mesi dalle elezioni di ottobre. Vero è che in ogni caso bisognerà vedere come i cittadini altoatesini si esprimeranno, a quale forza politica accorderanno la loro fiducia e con quali numeri. Questo vale ancor più a Bolzano, dove la legge provinciale non prevede candidati presidenti di coalizione, essendo il presidente della Provincia eletto direttamente dal Consiglio provinciale. Per entrare nel merito della domanda, i rapporti fra le Province autonome di Trento e Bolzano sono sicuramente buoni, e sono destinati a rafforzarsi e migliorare ulteriormente. C’è un clima di fiducia e rispetto reciproco. Penso all’esperienza di questi anni della Regione, nella sua veste di strumento di collaborazione interistituzionale, che potrà avere ulteriori sviluppi, all’Euregio e ai tanti progetti portati avanti assieme anche con il Land Tirolo. Le Province di Trento e Bolzano rappresentano certamente, nell’intero panorama italiano, positive esperienze di autogoverno, con standard di servizi di livello europeo. Penso possa essere interesse di entrambe queste Istituzioni, partendo dalle proprie peculiari esperienze e salvaguardando le proprie competenze, collaborare per perseguire obiettivi e progetti comuni che per loro natura hanno una vocazione sovraprovinciale. Penso alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, nostro più prezioso patrimonio, alle grandi infrastrutture, alla mobilità, alla sanità in determinati e specifici ambiti su un piano di complementarietà, alla cultura, alla ricerca. Alla crescita e alla tutela dell’area lungo l’asse del Brennero, ai rapporti con lo Stato centrale o con la Comunità europea, dove spesso è necessario avere una certa “massa critica” per farsi ascoltare, muovendosi in modo coordinato. Non credo sia una diminutio, ma una possibilità di arricchimento reciproco, anche culturale, e di aumento di chance per il perseguimento di ambiziosi obiettivi di sviluppo e tutela delle nostre comunità.”

Lei è assessore alla Salute e alle Politiche Sociali. Possiamo tranquillamente affermare che a Trento le strutture sanitarie funzionino alla grande. Tuttavia mi sembra di aver capito che tra le esenzioni ticket per reddito non sia previsto lo status di studente. Come fa lo studente a carico della famiglia bisognosa – con borsa di studio per via di un reddito basso della famiglia di cui è  a carico a chiedere l’esonero ticket? Non lo può fare, oppure solo in casi particolari?

“Sentire che i servizi sanitari trentini funzionano bene, devo essere sincero, è per me motivo di soddisfazione. Ricoprire il ruolo di Assessore provinciale alla salute e alle politiche sociale, alla prima esperienza istituzionale, ha rappresentato per me una sfida importante. Mi sono impegnato da subito per mettere il cittadino al centro del servizio sanitario provinciale, per l’umanizzazione delle cure, per l’effettiva presa in carico dei bisogni del paziente e della sua famiglia. O meglio per far sì che queste affermazioni non rimanessero solo delle parole, ma avessero riscontri oggettivi nella realtà. Organizzare i servizi e le prestazioni a misura dei bisogni e delle esigenze dei cittadini, e non viceversa. Con oggettività, posso dire che molti degli obiettivi che ci eravamo dati all’inizio della legislatura sono stati centrati. E’ stata un’esperienza umanamente molto significativa, ho conosciuto situazioni di dolore e sofferenza, portate avanti con molta dignità. Ho incontrato moltissimi professionisti e operatori che fanno del proprio lavoro una vera e propria missione. E grazie innanzitutto al loro quotidiano impegno, se i servizi sanitari trentini “funzionano alla grande”. A loro va il mio sincero ringraziamento, anche per l’elasticità e la disponibilità con cui hanno affrontato i cambiamenti (a partire dalla riforma del servizio sanitario provinciale del 2010) che abbiamo introdotto al fine di consolidare i livelli di eccellenza della sanità trentina in una società in rapidissima evoluzione sotto molteplici aspetti (sociale, economico, culturale e tecnologico). Per quanto riguarda le esenzioni dal pagamento del ticket per prestazioni sanitarie la Giunta provinciale di Trento ha ritenuto questo intervento particolarmente significativo per la sua rilevanza equitativa, sia da un punto di vista sociale che sanitario. E su questa strada abbiamo proseguito nel corso di questa legislatura. Esenzioni che pongono la Provincia autonoma di Trento ai vertici delle classifiche nazionali per numero di persone esentate e per numerosità delle fattispecie che hanno riguardo alla situazione economica, al reddito, all’età, allo stato di disoccupazione o di inoccupazione. Per quanto riguarda in particolare le esenzioni a favore delle famiglie, sono sicuramente da ricordare le esenzioni dalla compartecipazione in favore dei figli da zero a sei anni, e a partire dal terzo figlio. Lo status di studente in sé non trova un suo specifico riconoscimento, ma eventualmente in quanto membro di famiglia in difficoltà o nel caso costituisse nucleo a sé stante a basso reddito. In tema di esenzione dal ticket mi preme infine ricordare che la Provincia autonoma di Trento assicura per tutto l’anno 2013 l’esenzione dal pagamento della quota fissa di dieci euro prevista a livello nazionale, coprendo i relativi oneri con fondi del proprio bilancio. Dal 2014 si valuterà se introdurre, in via residuale, forme di compartecipazione alla spesa sanitaria legate direttamente alla condizione economica.” 

Lei sicuramente ha in mente delle importanti novità per il futuro Trentino, Vuole svelarcene qualcuno?

“Lo scorso 13 luglio si sono svolte in Trentino le elezioni cosiddette “primarie” per scegliere il candidato presidente della Provincia del centro-sinistra autonomista alle prossime elezioni provinciali di ottobre. I cittadini trentini hanno deciso di accordarmi la loro fiducia per ricoprire questo delicato ruolo. Naturalmente bisogna aspettare il responso delle urne e vedere se i cittadini trentini confermeranno il loro consenso alla coalizione che ha governato il Trentino in questi anni. Sento molta responsabilità e al contempo molto stimolo per essere all’altezza delle aspettative dei miei concittadini per le elezioni di ottobre. Durante la campagna elettorale per le primarie, che è stata estremamente sobria grazie al senso di responsabilità dei candidati, ho usato lo slogan “Per un Trentino uguale a se stesso ma migliore”. Penso sia importante riconoscere le tante cose positive che funzionano ma al contempo voglio sottolineare la necessità di migliorare alcuni aspetti, con un’attenzione particolare all’approccio. Penso a ridurre la distanza dei cittadini dalle istituzioni, a snellire la burocrazia, a ridefinire il rapporto pubblico – privato, a promuovere una pubblica amministrazione che non sia un freno per l’impresa ma possa rappresentare essa stessa un “volano di sviluppo”. Credo sia fondamentale rimanere ben ancorati alla realtà, essere immersi nella vita reale con i problemi e le difficoltà di tutti i giorni. Perché in questo Grillo ha ragione (anche se solo in questo): i politici, in particolare coloro che ricoprono responsabilità di governo, sono solo dei cittadini che per un periodo limitato di tempo hanno l’onore e l’onere di gestire il bene comune. Chiudo con due sogni. Uno da autonomista: l’autonomia integrale, con particolare riferimento all’autonomia fiscale per ridare competitività alle imprese in modo che possano misurarsi alla pari anche sui mercati europei. E uno da europeista: la conoscenza delle lingue straniere, in particolare del tedesco ma non solo, dei trentini. Uno strumento che potrebbe rivelarsi decisivo nel mondo globale non solo di domani, ma anche di oggi.”