Ecco perchè ricordare…
Dalle pagine del Corriere della Sera del 5 novembre 1918: “Comando Supremo, 4 Novembre 1918, ore 12. La guerra contro l’Austria-Ungheria che, sotto l’alta guida di S.M. il Re, duce supremo, l’Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 Maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi è vinta.”
La memoria è parte integrante della vita, senza memoria non saremmo nulla. Come potremmo parlare senza ricordare che cosa sono le parole? Come potremmo camminare senza ricordarci di dover mettere un piede davanti all’altro e mantenere l’equilibrio? E’ la memoria che ci rende vivi, ma non siamo gli unici organismi viventi a ricordare. Cosa allora ci rende esseri umani? E’ la capacità di contestualizzare la memoria e crescere grazie a questo
Leggendo l’articolo tratto dal Corriere della Sera e scritto il giorno successivo all’armistizio con l’Impero Austro-Ungarico, potremmo essere convinti a credere che ciò che si festeggia oggi è l’idea nazionalistica della vittoria come supremazia di un paese su di un altro. Non è così. Non è una vittoria quella ricordiamo oggi, il 4 novembre, ma la fine di un conflitto terribile come fu la Prima Guerra Mondiale.
Perché furono davvero tremendi quegli anni per l’Europa. La popolazione ne uscì shockata, i reduci dovettero convivere con le ferite fisiche e psicologiche di quell’enorme conflitto. La nostra regione (che fu un enorme punto strategico nella guerra) mostra ancora i segni del passaggio delle truppe di entrambi i fronti. Sentieri di guerra e di pace tra le montagne, bunker e trincee scavati nella roccia viva che consentono ancora di immaginare quale poteva essere la vita dei soldati. Oggi ricordiamo la fine di quella guerra ma non solo.
La giornata odierna serve anche a festeggiare le Forze Armate e il Milite ignoto. Per rendere onore a tutti i soldati morti durante la guerra e i cui corpi non erano stati riconosciuti, in Italia, come in altri paesi d’Europa si pensò di realizzare un monumento di commemorazione ad ogni milite ignoto. Il 4 novembre del 1921 la salma di un soldato sconosciuto venne scelta tra altre dieci e trasportata da Aquileia a Roma per essere sepolta in una cripta della basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri. Solo nel corso degli anni ’30 sarebbe stata spostata nel Vittoriano di piazzale Venezia dove si trova tutt’ora.
A cosa serve il ricordo quindi? La crisi della società dell’epoca in seguito all’uscita dalla guerra provocò una fede assurda nei movimenti nazionalisti e decretò l’ascesa del fascismo in Italia e del nazismo in Germania.
Oggi ricordiamo gli errori fatti e impariamo da essi. Solo così potremmo essere un’umanità migliore.
Ci sono diversi posti della regione in cui ritrovare frammenti di quell’epoca, le gallerie del Lagazuoi con il sottostante museo dedicato alla Grande Guerra. Senza fare troppa strada si può anche andare a visitare il forte di Fortezza e il forte Mitterberg presso Sesto Pusteria oppure il Sacrario Militare di Passo Resia.