Covid 19, politica malata ed incapace di reggere l’urto della seconda ondata

Questo è l’anno nel quale in tutto il mondo è arrivato un cigno, un cigno nero che ha cambiato radicalmente la storia dell’uomo e la vita di tutti gli abitanti.
Uno sguardo rapido alla situazione dell’Italia mostra l’immagine di un Paese in crisi: sfiducia, insicurezza, paura, confusione e disagio sociale dominano la nostra vita. Diritti fondamentali e libertà costituzionali sono sospesi e gli ospedali sono saturi. La piazza protesta e l’egoismo sembra imporsi con pericoli per l’ordine sociale.
Perché la nazione attraversa uno dei momenti più difficili della sua storia con grave emergenza sanitaria e con quella economica che devasta la vita di molti italiani soffocati dalla paura e dal lutto? Sembra paradossale ma la grave epidemia da coronavirus ha messo in luce la malagestione della politica attuale: i recenti interventi eccezionali non  riescono a “tenere” il Paese e a reggere l’urto della crisi.
Il nostro Governo – che appare come una burocratica scatola creata a tavolino – agisce come se fossimo alla prima esperienza di ondata pandemica, come se la brutta vicenda di marzo non fosse mai avvenuta: la situazione odierna è peggiore a causa dell’aumento dei contagi ed è “pericolosa” soprattutto per gli anziani che continuano a essere fra le prime vittime del covid-19.
Brutta è stata l’affermazione di Giovanni Toti governatore della Liguria …..”tra i decessi c’erano pazienti molto anziani … per lo più in pensione, persone non indispensabili allo sforzo produttivo del Paese…” Brutto è stato sostenere che “i non lavoratori” sono da tenere a casa perché non indispensabili alla produzione…!  Brutto è stato offrire soltanto un reddito di base a chi perde il lavoro ma non proteggere il lavoratore dalla perdita del suo lavoro.  Brutto è il ricordo dei tre recenti provvedimenti emanati nell’arco di una settimana che si rincorrevano ….!
La nostra politica è malata, debole e sconclusionata: è mancata e manca la capacità di dare una valida risposta agli effetti devastanti di una pandemia non solo per la popolazione ma anche per l’economia, la società, la cultura e quindi per la sicurezza nazionale. Perché non aprire gli occhi il più possibile e verso la direzione giusta per una “resurrezione culturale ed etica” come scriveva – perché insoddisfatto – il gesuita Bartolomeo Sorge recentemente morto? Non è pubblica opinione che il Paese ha bisogno di una politica diversa, quella vera e sana, la cui voce e i cui atti possano realizzare un progetto per “un buon futuro“?
Se la cultura politica rimane arcaica anzi vecchia e prigioniera della dialettica tra «sinistra» e «destra», se trascura il dualismo e la scelta tra «apertura» o «chiusura» alla globalizzazione, se non realizza il suo primato sull’economia, se non pone attenzione al quid umano e sociale, se tutto ciò rimane semplice fantasia che cosa ci resta se non ripetere che “il re è nudo” e che la politica è solo un teatrino degli specchi in cui è rappresentata l’unica e perenne manifestazione: quella della destra-sinistra entrambe schiave del dio Mercato.