TRENTINO FOTO TRAPPING, il nuovo portale dei fototrappolatori MUSE-PAT è online

Il passo furtivo di una volpe lungo il sentiero, la fatica di un camoscio che sfida la neve, le capriole di due cuccioli d’orso che giocano tra l’erba. Sono queste alcune delle scene in cui potreste imbattervi nel visitare Trentino Camera Trapping, la nuova piattaforma curata di ricercatori del MUSE, in collaborazione con il Settore Grandi Carnivori della Provincia Autonoma di Trento.
Il sito condivide gli scatti e le riprese più suggestive raccolte dal gruppo di volontari che ormai da diversi anni supporta il museo e il personale forestale nelle attività di monitoraggio della fauna selvatica realizzate nell’ambito del programma pluriennale di ricerca condotto dai due enti con la supervisione scientifica del Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze.
A rendere possibile la pubblicazione di Trentino Camera Trapping si aggiunge infine il contributo della Riserva di Biosfera UNESCO “Alpi Ledrensi e Judicaria” che, intuendo il potenziale comunicativo del materiale archiviato, ha scelto di sostenere la sua condivisione nell’ambito del progetto condiviso ACQUAVIVA, coordinato dalla Fondazione Edmund Mach con il supporto del MUSE. A partire dal primo nucleo di immagini, per lo più ambientato nei dintorni di pozze e piccole raccolte d’acqua della Riserva di Biosfera, in vista della conclusione del progetto, la piattaforma si prepara ad accogliere nuovi materiali provenienti dall’intero territorio provinciale.
Gli scatti, fruibili per tematiche oppure per gruppi di specie, offrono un pittoresco spaccato sulla ricchezza di vita che caratterizza i boschi trentini, permettendo al visitatore di osservare specie che, per la loro natura, difficilmente si lasciano osservare da distanze così ravvicinate. Foto e video sono inoltre accompagnati da una piccola descrizione o pillola scientifica che permette di scoprire qualcosa in più sulla biologia e l’ecologia del soggetto inquadrato.
Con il lancio di Trentino Camera Trapping, i curatori intendono quindi perseguire più di un obiettivo: valorizzare l’impegno e il lavoro dei volontari, fare informazione scientifica, ma soprattutto diffondere una cultura del rispetto, svelando il lato più nascosto della biodiversità trentina.