In merito alle nuove disposizioni del Governo sul Green pass che scattano domani la certificazione non è richiesta per partecipare alle celebrazioni in chiesa. Inoltre il Green pass non è richiesto per le processioni e per chi frequenta i campi estivi. Resta ovviamente in vigore il protocollo sulle “Messe sicure” del maggio 2020. La comunicazione della Diocesi alle parrocchie sulle istruzioni elaborate da Governo e CEI.
In una comunicazione inviata a tutte le parrocchie, il vescovo Ivo Muser e il vicario generale Eugen Runggaldier richiamano le nuove disposizioni, elaborate dal Comitato tecnico scientifico e dai rappresentanti della Conferenza Episcopale Italiana, che riguardo al “Green pass”, in vigore da domani, specificano in merito alla sua obbligatorietà nel contesto ecclesiastico.
Secondo tali istruzioni, il “Green pass” non è obbligatorio per la partecipazione e per la celebrazione delle diverse funzioni religiose. Inoltre non è obbligatorio per partecipare alle processioni. Allo stesso modo non è obbligatorio per coloro che frequentano i campi estivi (ad esempio il GREST), anche quando è prevista la consumazione di pasti. Fanno eccezione i campi estivi che invece prevedono un pernottamento: per questa tipologia è necessario il “Green pass”.
La comunicazione di vescovo e vicario ricorda inoltre che resta in vigore il protocollo del maggio 2020 con le misure precauzionali per le celebrazioni in chiesa: le protezioni per bocca e naso vanno indossate in tutte le celebrazioni; le mani devono essere disinfettate; va rispettata la distanza interpersonale di 1 metro quando si è seduti e di 1,5 metri quando si è in movimento; la Comunione può essere ricevuta solo in mano e il saluto di pace non può essere scambiato con una stretta di mano; le acquasantiere devono restare vuote. Nelle processioni, infine, vige l’obbligo di indossare una protezione per bocca e naso, di disinfettare le mani e di mantenere una distanza di 1,5 metri, che diventa di 2 metri per i cantori.