Claudio Spinel, meranese, classe 1976, non è un volto nuovo nella città del Passirio. Alto ben due metri con fisico slanciato è quasi impossibile non notarlo. Fin dalla sua infanzia ama la fotografia, tanto che anche adesso tutto il suo tempo libero lo dedica anima e corpo all’arte fotografica. Il primo scatto fotografico importante lo fece a undici anni al Lago di Braies con una macchina fotografica analogica Agfa per immortalare i suoi genitori. Fu allora che ebbe inizio la sua passione per la fotografia, naturalmente analogica. Non era ancora in auge l’era digitale. “Oggi si possono fare foto in quantità innumerevole, ma non allora” – commenta Claudio, che ricorda come in quei tempi dopo gli scatti bisognava portare la pellicola allo studio fotografico per lo sviluppo e la stampa. Costi non indifferenti per le immagini quadrate 9 cm per 9 cm. “Un tempo molti fotografi professionisti operavano in modo distinto dagli sviluppatori” – commenta Spinel. Claudio evidenzia che oggi chi fa fotografia in digitale, oltre alle idee e alla creatività, ha bisogno di capacità informatiche proprie o di buoni tecnici capaci di agire sulle immagini in fase di postproduzione. Naturalmente fotografare anche oggi non significa semplicemente fare scatti a caso, ma seguire una logica che presuppone uno studio accurato. Bisogna essere creativi e avere idee chiare su ciò che si vuole fare. “Fotografare significa raccontare con le immagini” – spiega Claudio Spinel, che sottolinea che le sue fotografie sono frutto di una accurata preparazione. “Non mi convince l’improvvisazione” – dice Claudio – “ciò non significa che non bisogna saper cogliere l’attimo. All’interno del set fotografico si possono generare delle situazioni impreviste, che il fotografo deve saper cogliere.”
Spinel ama soprattutto fotografare le persone. “Fotografare una persona significa catturare il meglio di un essere umano.” Adesso, dopo aver fotografato numerose scene di moda, Spinel si sta orientando sugli artisti e personaggi, nonché intellettuali della sua zona. A seconda delle situazioni Claudio sceglie se fotografare in bianco e nero, a colori, piuttosto che far ricorso allo sbiadito. Ogni circostanza richiede un adattamento su misura, perché ogni scenario è del tutto differente e unico.
La Wandelhalle di Merano