ESCLUSIVO. Il professor Ugo Mattei, “Il periodo della legalità non c’è più, perché sono saltati gli organi di garanzia”

“Il Green Pass è inutile e pericoloso, perché illude i vaccinati, che invece possono ugualmente contagiare. Serve un piano per monitorare le infezioni, senza discriminare nessuno”. A lanciare l’appello è il professore e avvocato Ugo Mattei, giurista e accademico di fama internazionale. Ordinario di diritto civile all’Università di Torino, docente di diritto internazionale e comparato all’Hastings College of the Law dell’Università della California a San Francisco (dove è succeduto a Rudolf Schlesinger), Mattei si è formato, dopo avere conseguito la laurea in giurisprudenza a Torino, alla London School of Economics, alla Faculté Internationale de Droit Comparé e alla Boalt Hall School of Law dell’U.C. Berkeley. È stato vicepresidente della Commissione Rodotà presso il Ministero della Giustizia (2007) ed è attualmente candidato sindaco a Torino con la sua lista civica “Futura per i Beni Comuni”.

Professore, Lei è tra i firmatari della petizione “Green Pass: le ragioni del no” (il link: https://secure.avaaz.org/community_petitions/it/sergio_mattarella_presidente_della_repubblica_ital_green_pass_le_ragioni_del_no/), petizione che ha coinvolto, tra gli altri, illustri intellettuali, giuristi e uomini di scienza e che ha ormai raggiunto 50 mila sottoscrizioni. Perché si è schierato contro il Green Pass?
“Ho motivato le ragioni in numerosi documenti, pubblicati sul sito di Generazioni Future (il link: https://generazionifuture.org/). Il Green Pass contiene tantissimi aspetti di incostituzionalità, in quanto rappresenta la trasformazione del nostro ordinamento giuridico”.

Nei giorni scorsi ha occupato simbolicamente, insieme agli studenti, il cortile del rettorato dell’Università di Torino. Quale posizione dovrebbe assumere, a Suo parere, il mondo universitario italiano?
“L’università deve essere un luogo di riflessione razionale sui problemi della società e non può sottostare a imperativi se non sono sostenuti dalla ragionevolezza. Il Green Pass è pericoloso: il vaccinato è semplicemente più protetto dalla forma grave del Covid, ma può contagiarsi e contagiare. Sotto certi aspetti è più pericoloso di un non vaccinato perché, se non manifesta i sintomi, può trasmettere più facilmente la malattia: proprio per questo non c’è alcun presupposto sanitario che giustifichi il Green Pass. Il suo scopo è un altro”.

Quale?
“Lo scopo conclamato del Green Pass sarebbe quello di contenere la diffusione dei contagi. In realtà ce n’è uno recondito che mira, da un lato, a introdurre una pressione estorsiva per vaccinarsi, dall’altro ad esercitare forme di controllo. Esiste un progetto di sostituzione del diritto con la tecnologia informatica, intesa come strumento di controllo sociale. Controllare la società attraverso il diritto è molto più complesso e dispendioso rispetto al mezzo informatico, che invece costa poco. Il movimento contro il diritto fa parte di un processo partito come minimo dagli Anni 80”.

Alcune università impongono il Green Pass anche per gli esami da remoto, come se la “certificazione verde” fosse un requisito fondamentale per studiare, pure davanti a un pc. C’è chi auspica scuole, locali e luoghi di lavoro riservati ai vaccinati. Qual è il Suo commento, sia in qualità di docente, sia di giurista?
“È una cosa talmente assurda che non potrà reggere a lungo. Non so come non ci si vergogni. La mia università ha assunto una posizione molto più dialogica. L’obiettivo deve essere quello di individuare una strategia finalizzata a ridurre i contagi, evitando discriminazioni inaccettabili e contrarie ai principi fondamentali del nostro ordinamento”.

Che cosa pensa della possibilità di indire un referendum abrogativo, per fermare il Green Pass?
“Penso tutto il bene possibile. Tuttavia sorgerebbe un problema tecnico insuperabile, dovuto al semestre bianco. Manca il tempo per raccogliere subito mezzo milione di firme entro il 30 ottobre. Occorrerebbe una macchina organizzativa collaudatissima”.

Il Regolamento europeo nr. 953 del 2021 vieta qualsiasi forma di discriminazione, anche nei confronti di chi decide di non vaccinarsi. La norma interna (nazionale) contrastante con il diritto europeo non dovrebbe essere disapplicata?
“La struttura teorica delle fonti del diritto lo prevederebbe. Il fatto è che stiamo affrontando una situazione che non ha più nulla a che vedere con il diritto, basti riflettere sull’emanazione di continui decreti-legge, con il pretesto dell’emergenza. Siamo fuori dal periodo della legalità da un pezzo. Già ai tempi del governo Conte avevamo fatto presente che non si poteva procedere a colpi di dpcm, tant’è che adesso siamo approdati ai decreti. Altro aspetto da considerare è che, purtroppo, secondo la Corte europea il potere di disapplicazione della norma spetta all’organo giurisdizionale”.

Articolo 3 della Costituzione: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ravvisa una violazione di tale articolo? Ci sono gli estremi per adire la Corte Costituzionale?
“La Corte Costituzionale è silente da due anni. Il problema gigantesco è che sono saltati gli organi di garanzia. Questi ultimi si sono allineati al potere politico, perciò le possibilità di adire la Corte sono basse. Inoltre, anche se la Corte intervenisse, non decidererebbe in modo neutrale”.

L’emergenza sembra la nuova normalità: si è passati dal lockdown, alla promessa della libertà al seguito del consenso al vaccino e al Green Pass. L’asticella si alza sempre più: quali potrebbero essere le prossime pretese? Fino a quando può essere prorogato lo stato di emergenza?
“Chiariamo subito: lo stato di emergenza, nel sistema costituzionale italiano, non esiste. Ci troviamo in una situazione di totale illegalità, in quanto lo stato di emergenza è previsto da una legge della Protezione Civile soltanto per gli eventi calamitosi. Comunque, in base a questa legge tale stato cesserà il prossimo 31 dicembre. Tuttavia sarà sufficiente l’ennesimo decreto per prorogarlo ulteriormente. Se non interverranno finalmente gli organi di garanzia non cambierà nulla”.

Qualcuno propone di togliere l’assistenza sanitaria pubblica ai non vaccinati. Giuridicamente parlando è un’eventualità concreta?
“Cerchiamo di mantenere un po’ di serietà, per favore. Queste sono pagliacciate”.

Parliamo della comunicazione: quali sono le responsabilità della stampa nella vicenda del Covid?
“Abbiamo un’emergenza democratica complessiva, che riguarda anche la stampa. Non aggiungo altro”.

Nel Suo manifesto elettorale l’hanno accusata di aver fatto finire Mattarella, Draghi e Speranza dietro le sbarre, con la seguente motivazione: “Lui (cioè Ugo Mattei, ndr) dà libertà, felicità, solidarietà. Loro no”. Un’immagine fortissima, che ha suscitato aspre polemiche. Perché questa scelta?
“Sono Mattarella, Draghi e Speranza ad avere messo noi dietro le sbarre. L’immagine lo rivela chiaramente: in galera siamo noi, mentre loro si trovano all’esterno. Mi hanno accusato di vilipendio della Costituzione, soltanto perché la pigrizia intellettuale dominante ha suggerito una lettura diversa del manifesto”.

Foto, Ugo Mattei/C Futura per i Beni Comuni