Bolzano. Sulla Collina dei Saggi a parco Firmian due nuovi alberi dedicati a Nella Mascagni e Lidia Menapace

Si è svolta stamane sulla Collina dei Saggi a Parco Firmian, alla presenza del Sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, di autorità politiche cittadine e provinciali tra le quali gli Assessori comunali Chiara Rabini, Stefano Fattor e Juri Andriollo, l’Assessore provinciale Massimo Bessone, parenti e familiari la cerimonia di piantumazione di due alberi intitolati a Nella Lilli Mascagni e Lidia Brisca Menapace.
L’iniziativa promossa dalla Città di Bolzano e sostenuta dal Centro per la Pace, rientra nell’ambito del progetto Collina dei Saggi, uno spazio verde dedicato alla memoria di cittadini che si sono distinti attraverso la loro condotta straordinaria e hanno contribuito a promuovere la cultura della pace e della solidarietà presso la cittadinanza locale. Un albero piantato agli uomini e alle donne che nel corso della loro vita hanno fatto brillare la cultura e la conoscenza disseminando nel mondo la pace, la solidarietà, la giustizia, il diritto e la speranza. Bolzano dedica infatti ai saggi che hanno avuto profondi legami con la Città, questo giardino della memoria perché la sapienza possa risvegliare in ogni cittadino la passione per l’umanità.
Stamane la cerimonia si è aperta dapprima con un’ introduzione musicale di un ensamble di trombe del Conservatorio di Musica “Claudio Monteverdi” di Bolzano, quindi con l’intervento del Sindaco Caramaschi che ha tratteggiato il profilo delle due eminenti figure che hanno offerto un signficativo contributo alla crescita e allo sviluppo democratico del capoluogo con riferimento agli ideali che ne hanno ispirato l’azione. E’ seguito poi il ricordo di Andreina Mascagni, figlia di Nella e Marta Brisca, nipote di Lidia Menapace, che oltre al tratto umano, hanno messo in evidenza l’impegno profuso da entrambe nel trasmettere i principi ed i valori della democrazia.

Nella Lilli Mascagni
Villalvernia, Alessandria 18.09.1921 – Trento, 27.02.2009
Si era spostata con la famiglia a Bolzano quando il padre, ferroviere antifascista, venne trasferito da Genova alle Ferrovie del capoluogo altoatesino. Nel 1940 si diplomò alle Magistrali e si iscrisse poi alla Facoltà di Magistero dell’Università di Torino, ma dovette interrompere gli studi per lo scoppio del secondo conflitto mondiale. Negli anni tra il 1943 e il 1945 entrò nella Resistenza, come staffetta partigiana delle formazioni che operavano in Val di Flemme. Il Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Cavalese le affidò i collegamenti tra le cellule dell’intera valle con Bolzano e soprattutto con Trento. Arrestata una prima volta a Cavalese nel novembre 1944, finì di nuovo nelle mani dei nazifascisti nel febbraio del 1945. Nel Lager di Bolzano, dove fu immatricolata col numero 10599, ebbe l’incarico di scopina del “blocco celle” e lei seppe approfittarne riuscendo a trasmettere (sotto il naso dei feroci guardiani Misha e Otto), ad Ada Buffulini, a Laura Conti e agli altri membri del Comitato clandestino interno, i messaggi della Resistenza. Nel dopoguerra, sposata con Andrea Mascagni, ha insegnato nelle scuole medie ed elementari della provincia di Bolzano ed è stata per molti anni, malgrado le precarie condizioni di salute conseguenza della deportazione, animatrice dell’attività dell’ANED e presidente della Sezione ANPI della provincia di Bolzano.

Lidia Brisca Menapace
Novara, 03.04.1924 – Bolzano, 07.12.2020

Già da giovanissima, entrò a far parte della Resistenza come staffetta partigiana e nel dopoguerra si impegnò nei movimenti cattolici, laureandosi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Impegnata nella Democrazia Cristiana, fu la prima donna eletta nel Consiglio Provinciale di Bolzano nel 1964, dove si era trasferita dopo il matrimonio con il medico trentino, Nene Menapace. In quella stessa legislatura fu anche la prima donna ad entrare nella Giunta provinciale come assessora alla Sanità. Nel 1968 uscita dalla Democrazia cristiana simpatizzò per il Partito comunista italiano. Nel 1969 fu tra i fondatori del «Il Manifesto», sul quale scriverà regolarmente fino alla metà degli anni ’80. Fu eletta al Senato nel 2006 nelle liste di Rifondazione Comunista e diresse la rivista teorica per la rifondazione comunista «Su la testa». A partire dagli anni ’70 è stata presente nella politica attiva in associazioni, movimenti, incarichi istituzionali con un impegno che si caratterizza da subito e sempre per il femminismo e il pacifismo. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo messaggio di cordoglio l’ha ricordata con queste parole “I valori che ha coltivato e ricercato nella sua vita – antifascismo, libertà, democrazia, pace, uguaglianza – sono quelli fatti propri dalla Costituzione italiana e costituiscono un insegnamento per le giovani generazioni”.