Carnevale, perché mascherarci? Semel in anno licet insanire, ieri come oggi

In Alto Adige le lezioni scolastiche si fermano da oggi, lunedì 28 febbraio fino a venerdì 4 marzo, per una settimana durante la quale bambini e ragazzi fino a domani si divertiranno a travestirsi e mascherarsi e a mostrarsi così trasformati con il piacere recondito di non essere riconosciuti.
Ma il Carnevale affascina non solo i giovani, come è noto anche gli adulti. In Italia i Carnevali più celebri sono il Carnevale di Venezia e quello di Viareggio. In Trentino Alto Adige il Carnevale di Laives è considerato uno dei più affascinanti della regione. Però quest’anno la rituale sfilata dei carri non ci sarà a causa delle limitazioni imposte dal Covid.
La tradizione del Carnevale è antichissima in Europa e risale alla antica Grecia e ai Romani. Si chiamava Saturnali quello della Grecia e Baccanali quello dei Romani. La costante caratteristica dei Baccanali era il rovesciamento dei ruoli e delle condizioni sociali. Tant’è che gli schiavi diventavano padroni e i signori diventavano e si comportavano da schiavi.
Perché a distanza di secoli ci affascina tanto questa tradizione? Mascherarci, travestirci, a ben pensarci ci fa sentire più forti, esorcizza le nostre timidezze e ci consente di esprimere al mondo le nostre passioni, i nostri desideri e ambizioni, un qualcuno che vorremmo essere e qualcuno che vorremmo punire. Semel in anno licet insanire, una volta all’anno è lecito impazzire, ieri come oggi!