“La riforma del CSM va vista nel contesto di un Paese dove per trent’anni il tema giustizia ha infiammato il dibattito politico”.Così in una nota la Presidente del Gruppo per le Autonomie, Julia Unterberger.
“Purtroppo in Italia la magistratura non gode più della stima del passato. Se un tempo i giudici erano degli eroi popolari, oggi appena un cittadino su tre esprime fiducia per la magistratura. La lentezza dei processi ha sedimentato la convinzione che l’onestà non sia un comportamento conveniente. E questo soprattutto se hai la possibilità di pagare avvocati bravi a lavorare sulle eccezioni e sui vizi di forma, per via di un sistema che predilige i formalismi agli elementi sostanziali. La percezione di una giustizia che premia il censo e quella di una magistratura dove si fa carriera non per merito ma per affiliazione a qualche cordata è la più grave minaccia al patto sociale e alla credibilità del sistema. La cancellazione delle 25 firme per la presentazione delle candidature al CSM è un piccolo passo in avanti. Vedremo se sarà effettivamente in grado di eliminare le correnti. Importante è anche l’introduzione delle quote di genere, perché se è stato difficile il percorso delle donne in magistratura, lo è ancora per l’accesso ai ruoli apicali. Bene anche il fatto che l’Avvocatura compartecipi al giudizio dell’attività dei giudici e le norme sulle porte girevoli, per cui un magistrato che entra in politica non può più tornare alle sue precedenti funzioni. Infine – ha sottolineato – con la norma sulla separazione delle carriere si accolgono nei fatti i contenuti di 3 dei 5 quesiti referendari. Fortunatamente è stato respinto in aula il tentativo della Lega di riproporre quello che limita la custodia cautelare su cui in Alto Adige ha vinto il No. Proprio il partito del low and order vuole abolire le misure cautelari nei confronti di soggetti dove c’è il pericolo di reiterazione del reato. Oggi – ha concluso Julia Unterberger – votiamo per questa riforma con un sentimento contrastante: da un lato i passi in avanti e dall’altro la sensazione che l’opportunità non sia stata colta del tutto
Foto. Julia Unterberger