La politica con i muscoli o con le idee

In attesa di conoscere definitivamente i risultati elettorali regionali della Lombardia e del Lazio, che appaiono di una previsione disarmante, vale la pena ritornare a spendere qualche parola sui recenti fatti politici e sui rapporti diplomatici tra Italia e Francia, o meglio tra i leader Meloni e Macron. Il Presidente francese Emmanuel  Macron, con l’uscita di scena di Angela Merkel, continua a pensare di diventare il nuovo modello di leader dell’Unione e quindi unico punto di riferimento dell’Europa: a conferma di tale ipotesi si richiama l’episodio “Macron-Scholz-Zelensky senza Meloni” che comprende l’esclusione della Meloni all’incontro parigino della cena all’Eliseo. Ci troviamo di fronte ad un gioco delle parti? La premier Meloni con il suo indubbio attivismo simboleggia a livello internazionale la novità che agli occhi di Macron, appare un possibile ostacolo al rafforzamento della leadership franco tedesca nell’ambito della politica europea. Il presidente francese in patria è impopolare, debole e non ha la maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale francese: mastica amaro e per tentare di raggiungere il suo personale obiettivo è costretto a muoversi come un protagonista nell’ambito della politica europea e mira a “ridimensionare” la presidente del Consiglio d’Italia quest’ultima invece ricca di positivi risultati. E con questo spirito di frustrazione il leader francese è ironicamente soggetto al “complesso del primo” tanto che il giovanile ricordo della poesia leopardiana ci illumina con “ il naufragar m’è dolce in questo mare…” egli tenta di fare il tutto per sé al fine di influire sul comportamento altrui e invece inconsapevolmente manca di rispetto non solo alla Presidente Meloni ma agli altri 25 leader europei. Le giustificazioni date dal  presidente francese al margine del summit europeo ossia ….“La Germania e la Francia hanno un ruolo particolare, da otto anni, sull’Ucraina, e penso che stia anche a Zelensky scegliere il formato che vuole”… non ha affatto stabilizzato la sua posizione perché suonano male, appaiono deboli, superate e non convincenti; contraddicono le nuove intenzioni europee e puntano a voler isolare l’Italia rafforzando esclusivamente l’asse franco-tedesco. Diciamolo con chiarezza: da questa crisi diplomatica italo-francese il premier francese non ha dato segno di utile, valida sensibilità politica europea nè è apparso come grande “statista” o maestro di diplomazia internazionale“….. anzi ne  è uscito  come  un “acciaccato protagonista” abbarbicato ai suoi propositi e puntando alla propria ’immagine  in spregio agli interessi generali europei.
Purtroppo tutto si traduce in un’altra spaccatura di un’Europa, mai così divisa come ora, proprio in un momento in cui l’unità e la compattezza in politica estera e in quella economica sarebbero fondamentali. L’attuale disastrosa situazione politica ci impone oggi un reale cambiamento: è più che mai necessario intervenire con nuovi programmi e nuove idee che contrastino la tendenza verso soluzioni accentratrici e presidenzialiste e quindi non disperdere le moderne forze politiche e le positive missioni.  Ad esempio recentemente il nostro Presidente Giorgia Meloni è volata in Africa – in Algeria e in Libia ossia in una zona in cui la Francia ritiene di poter ancora mantenere una sua costante presenza e influenza, – per stringere nuovi accordi per l’aumento delle forniture di gas naturale al nostro paese e ufficialmente ha dichiarato che l’Italia potrebbe diventare l’hub (concentratore o punto di riferimento) per la distribuzione dell’energia a livello europeo riesumando persino le idee e i propositi di Enrico Mattei e sostenere concretamente la realizzazione dell’intero progetto. È questo un vivo e democratico pensiero italiano che indica che questa Europa non è pensabile senza la creatività di una viva società dei cittadini.

Foto, Giorgia Meloni