La proposta di revisione del Regolamento n. 258/2012 sulle misure di importazione e di esportazione di armi da fuoco in UE è destinata ad avere pesanti ricadute sul commercio, l’industria, la caccia, il tiro sportivo e il collezionismo di armi. Lo comunica da Bruxelles l’eurodeputato altoatesino Matteo Gazzini, che ha inviato apposita interrogazione alla Commissione europea, assieme ai colleghi austriaci del Gruppo ID, Roman Haider e Georg Mayer.
“La proposta si pone una serie di obiettivi, alcuni dei quali irrealizzabili o in contrasto con l’attuale Direttiva UE 2021/555 che già disciplina l’importazione di armi civili. Dal testo presentato si evince una palese confusione ideologica tra armi civili e militari. In materia di esportazione è stato proposto che per rilasciare una licenza di esportazione gli Stati membri debbano prima ottenere un certificato di utilizzatore finale dallo Stato ricevente, prevedendo che lo Stato che rilascia l’autorizzazione possa in seguito verificare il rispetto degli impegni assunti con l’EUC, che è un istituto relativo l’esportazione di armi militari e richiede l’autorizzazione del Paese esportatore per la riesportazione dei relativi materiali. Un documento quindi inapplicabile per le armi civili, importate al fine di immetterle sul mercato per terzi, dove il destinatario finale non è usualmente un soggetto conosciuto al momento del rilascio della licenza di esportazione. Un’arma civile non ha alcun interesse bellico e l’EUC ha senso solo quando il destinatario sia un organo pubblico. Inoltre lo Stato di destinazione potrebbe rifiutarsi di rilasciare una tale dichiarazione, ritenendola un’inutile ripetizione di quanto già contenuto nell’autorizzazione all’importazione. Le disposizioni unionali, infatti, non hanno alcuna effettività sulle autorità degli Stati extra UE. Ho chiesto quindi la revisione del testo e la semplificazione della procedura, lasciando il vincolo della sola licenza di esportazione e di ridurne le tempistiche di emissione. In un momento di crisi delle aziende come questo, non servono certo nuovi ostacoli per l’industria e il commercio”. Queste le parole dell’eurodeputato Matteo Gazzini nella propria nota inviata da Strasburgo.
Foto. Matteo Gazzini