Fecondità Italia. I dati Istat: dal 2008 calo progressivo delle natalità

Bolzano prima in classifica per età media e figli per donna. 

Secondo i dati resi pubblici dall’Istat (Istituto nazionale di statistica) diminuisce ancora il numero relativo le natalità in Italia. Nello stesso periodo (gennaio-giugno) del 2022 sono state registrate, nel 2023, 3.500 nascite in meno, il che equivale ad un ribasso del 1,8%.
Si stima che, nei primi 6 mesi del 2023, la fecondità sia stata pari a 1,22 figli per donna. Nell’intero 2022, invece, si aggiravano intorno a 1,24 figli per donna. Il minimo storico che l’Italia ha toccato è stato nel 1995, quando la media si attestava su 1,19, mentre il massimo di nascite che sono state registrate era nel 2010, anno in cui il numero di figli per ogni cittadina corrispondeva a 1,44.
Se il calo riguarda la media dell’intero territorio nazionale, è nell’Italia Centrale che si riscontra il più basso tasso di natalità. Una percentuale identica si afferma tra il Meridione e il Settentrione, pari al 1,24.
Nel 2022 Bolzano conferma il primo posto nella classifica riguardo al numero dei nati: 1,66 figli per donna, seguita, con qualche distanza, da Trento (1,33). Un numero, questo, che risulta largamente più elevato rispetto alla media nazionale.
Non solo è diminuita la produttività. Nello stesso tempo è aumentato l’età media delle cittadine italiane che portano al mondo figli. Dal 1995, infatti, l’età media delle donne incinte dal primogenito è aumentata, passando da 28,6 a 31 anni e mezzo. Nonostante l’aumento generale dell’età media al parto, anche qui, sempre secondo i dati concernenti il 2022, Bolzano risultava essere la provincia con genitori più giovani, mediamente di 31,8 anni, mentre nel Lazio l’età media raggiunge i 33 anni.
Di questo passo, l’Italia si avvicina al minimo storico riscontrato nel 1995. Mentre a livello europeo, secondo i dati Eurostat che riguardano l’anno 2022, la Francia occupava il primo posto sul podio per nascite (1,84 figli per cittadina), seguita da Repubblica Ceca (1,83) e Romania (1,81), l’Italia si ritrova terz’ultima, superando solo la Spagna (1,19) e Malta (1,14).
Ciò di cui l’Italia ha bisogno è una politica concreta e attiva, rivolta ad assicurare ai propri cittadini i mezzi per poter mettere al mondo figli, perché, se così si andrà avanti, senza reti di servizi, investimenti economici in benefit e strutture, e senza condizioni di lavoro adeguate, fare dei figli diventerà una scelta elitaria.