Quanti diplomati si trovano sul mercato del lavoro altoatesino dopo la maturità? Chi entra direttamente nel mercato del lavoro e chi prosegue gli studi? Quanto è alta la percentuale di lavoratori autonomi? Quanti diplomati abbandonano l’Alto Adige? Questi e altri aspetti importanti per il nostro mercato del lavoro sono l’oggetto delle due Mercato del lavoro-news del Servizio Mercato del lavoro. È stata analizzata la posizione professionale delle persone diplomatesi negli anni dal 2005 al 2012 a 10 anni dal conseguimento della maturità.
“In tutte le scuole secondarie superiori, il 40% entra nel mercato del lavoro entro i primi sei mesi dal diploma. Per il 60%, la maturità è una tappa del percorso formativo”, afferma Stefan Luther, direttore del Servizio Mercato del lavoro, fornendo una prima panoramica. La percentuale di diplomati che sei mesi dopo la maturità si sono inseriti nel mercato del lavoro altoatesino varia notevolmente a seconda della scuola superiore frequentata: il 15 per cento dei diplomati dei licei è occupato in Alto Adige sei mesi dopo la maturità, mentre quasi il triplo dei diplomati degli istituti tecnici ad indirizzo economico, tecnologico o agrario è occupato. E a distanza di 10 anni? A dieci anni dal diploma conseguito in una scuola in lingua italiana, la percentuale di dipendenti è più alta – in alcuni casi significativamente – in tutti i tipi di scuole superiori analizzate rispetto alle scuole di lingua tedesca. Uno dei motivi principali è che la percentuale di diplomati che abbandonano l’Alto Adige e quindi il mercato del lavoro provinciale varia a seconda della scuola frequentata e della lingua di insegnamento.
Con i dati pubblicati, l’Osservatorio traccia un fenomeno noto come “fuga di cervelli”: l’esodo di lavoratori qualificati dalla nostra provincia. “Se si considerano i diplomati dal 2005 al 2012 di tutti i tipi di scuola superiore, a dieci anni dal diploma il 14% ha lasciato l’Alto Adige per altri Paesi, mentre il 2% si è trasferito in regioni italiane. La tendenza all’emigrazione è in aumento per tutti i tipi di scuola superiore analizzati. Ciò appare chiaro se si confrontano i diplomati del 2005-2009 con quelli del 2009-2012: “La percentuale di coloro che si trasferiscono all’estero è aumentata in modo significativo; la percentuale di coloro che si trasferiscono nelle regioni italiane è leggermente inferiore”, spiega Luther, indicando la lingua della scuola come un fattore chiave. Sono proprio i diplomati delle scuole superiori di lingua tedesca a voltare le spalle all’Alto Adige. Anche il tipo di scuola che porta alla maturità gioca un ruolo importante: i diplomati degli istituti tecnici per il settore economico e tecnologico e soprattutto quello con indirizzo agrario emigrano molto meno di quelli dei licei. La “fuga di cervelli” di accademici dall’Alto Adige non è un fenomeno nuovo, ma si osserva da oltre 25 anni. Per il direttore dell’Servizio Mercato del lavoro è importante sottolineare un nuovo aspetto: “Stiamo assistendo a una tendenza che esamineremo più da vicino nei prossimi mesi: Non sono solo gli studenti a rimanere nei loro luoghi di studio al di fuori dell’Alto Adige. Abbiamo anche indicazioni che i giovani che già lavoravano in Alto Adige stanno migrando soprattutto nelle regioni limitrofe di lingua tedesca”, analizza Luther.
I dati pubblicati nelle Mercato del lavoro-news forniscono un resoconto dettagliato di questi e molti altri sviluppi relativi alla posizione professionale dei diplomati. Ad esempio, il 7% lavora in proprio 10 anni dopo la maturità, un dato raggiunto in particolare grazie al contributo dei diplomati degli Istituti tecnici per il settore tecnologico.
L’assessore al Lavoro e all’Istruzione (tedesca) Achammer sottolinea la stretta relazione tra scelta della scuola e scelta professionale. “L’analisi mostra la stretta connessione tra la scelta della scuola e l’ingresso nel mondo del lavoro. Proprio per questo è importante informare molto presto i giovani e i genitori e favorire esperienze pratiche nel mondo del lavoro”. L’assessore considera problematico l’esodo di forza lavoro qualificata dall’Alto Adige, pur essendo elemento positivo l’alta occupabilità dei giovani altoatesini. “Si nota che il nostro sistema dell’istruzione è in grado di formare giovani con un alto livello di occupabilità, sia che si tratti di accademici o di altre professioni qualificate. Tuttavia, i giovani ben formati sono una preziosa risorsa richiesta non solo in Alto Adige. Gli sforzi per rendere attraente il nostro mercato del lavoro devono essere intensificati in futuro”. Così l’assessore delinea una delle sfide della politica del lavoro. La riforma del mercato del lavoro sarà portata avanti nella nuova legislatura. “In politica, in particolare in quella del lavoro e dell’istruzione, non si raggiungono i risultati completi desiderati da un giorno all’altro. È piuttosto necessario l’impegno costante della Giunta provinciale e delle parti sociali a tutti i livelli per aumentare l’attrattività del mercato del lavoro altoatesino”.