Ieri pomeriggio all’ingresso della Questura di Bolzano, davanti alla targa commemorativa ed al Fraxinus Excelsior a lui dedicati, si è svolta una breve cerimonia per ricordare la figura di Giovanni Palatucci, del quale oggi, 10 febbraio ricorre l’anniversario della morte.
Erano presenti, oltre al Questore, il Commissario del Governo, il Sindaco di Bolzano, un rappresentante della Comunità Ebraica di Merano, il Parroco del Duomo Don Mario Gretter, il Presidente della Sezione locale dell’Associazione Nazionale della Polizia di Stato, il Comandante Provinciale dell’Arma dei Carabinieri ed una rappresentanza di Funzionari e personale della Questura.
Nel corso della commemorazione, il Questore ed il rappresentante della Comunità Ebraica di Merano hanno ricordato la figura di Giovanni Palatucci, nato a Montella (Avellino) il 31 maggio 1909 e morto il 10 febbraio 1945, a 36 anni, nel campo di sterminio di Dachau, pochi giorni prima della Liberazione.
Egli, Funzionario di Polizia durante il Fascismo, in servizio dal 1937 alla Questura di Fiume, prima come Commissario, responsabile dell‘Ufficio Stranieri, e poi, dall’8 settembre 1943, Questore-reggente, seguendo la sua fede e secondo i dettami della “giustizia”, a seguito dell’introduzione delle leggi razziali, salvò dal 1939 fino al suo arresto, avvenuto il 13 settembre del 1944, circa 5.000 ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio nazisti.
Nel 1990 lo Yad Vashem di Gerusalemme, il Memoriale ufficiale di Israele delle vittime ebree dell’Olocausto, ha insignito Palatucci del riconoscimento di “Giusto tra le nazioni”, mentre nel 1995 lo Stato italiano gli ha conferito la medaglia d’oro al merito civile. Beatificato dalla Chiesa cattolica, è stato proclamato nel 2004 “Servo di Dio”.
Giovanni Palatucci rappresenta così, ancora oggi, un modello esemplare di sacrificio e altruismo, all’insegna dello spirito di solidarietà e partecipazione alla base del “mestiere” di poliziotto.
La sua figura è da accostare ad altri poliziotti che hanno operato allo stesso modo per opporsi alle leggi razziali, come Maurizio Giglio, torturato ed ucciso alle Fosse Ardeatine. Sono 50 i poliziotti che morirono nei lager.
Al termine della cerimonia sono state recitate due preghiere, una da parte di Don Mario Gretter e l’altra, in ebraico, da parte della Presidente della Comunità Ebraica di Merano.