Ci sono persone che contrassegnano un’epoca e lasciano un’eredità che diventa patrimonio collettivo. A loro si intitolano varie cose che ne fanno riecheggiare il nome anche tra chi non ha avuto l’opportunità di una conoscenza diretta per ragioni anagrafiche di età o residenza. È il caso di Bruno Kessler, che viene ricordato per personalità e intuizioni, lungimiranza e determinazione, impegno per lo sviluppo culturale, sociale ed economico del Trentino. Chi è nella seconda metà della vita, ne ricorda il volto, la voce, i gesti. Ne ha visto interventi e interviste. Ha memoria della folla che partecipò ai suoi funerali, nel cuore universitario della città. Ma a parlare di lui ci sono anche la Fondazione Bruno Kessler, l’aula Kessler del palazzo di Sociologia dell’Università di Trento, il titolo di professore onorario “Bruno Kessler” riservato a eminenti studiosi e studiose che hanno o intendono stabilire rapporti di collaborazione con l’Ateneo di Trento e altro ancora.
Il 17 febbraio saranno cento anni dalla nascita di Bruno Kessler. Università di Trento e Fondazione Bruno Kessler hanno deciso di annunciare proprio in prossimità di questa data il progetto che sarà dedicato al loro ideatore nell’anno del centenario dalla sua nascita. Il 10 dicembre infatti a Trento sarà proposto un momento celebrativo con il coinvolgimento dell’attore Andrea Castelli e aperto a tutta la cittadinanza.
Avvocato, politico e soprattutto uomo di grandi intuizioni e forte determinazione, Bruno Kessler è stato uno dei principali protagonisti del processo di modernizzazione del Trentino del secondo Novecento.
Nasce nel 1924 a Cogolo di Pejo, consegue la maturità classica a Rovereto e la laurea in Giurisprudenza a Padova. È presidente della Provincia autonoma di Trento dal 1960 al 1973, presidente della giunta regionale dal 1974 al 1976, deputato dal 1976 al 1983 e in seguito senatore. Nel primo governo Cossiga (1979 –1980) è anche sottosegretario all’Interno.
Padre del primo Piano urbanistico provinciale approvato nel 1967, come presidente della Provincia vara il secondo Statuto d’autonomia nel 1972, e nel 1977 diventa membro della Commissione dei dodici per l’elaborazione delle norme di attuazione dello Statuto di autonomia.
Nel 1962 nasce l’Istituto Trentino di Cultura (Itc) come prima pietra del progetto voluto da Bruno Kessler, allora presidente della giunta della Provincia di Trento, per dotare la comunità trentina di una propria università.
Subito dopo il varo della legge istitutiva dell’Itc, il 12 settembre 1962 viene fondato l’Istituto superiore di Scienze sociali, trasformato nel 1972 in Libera Università degli Studi di Trento articolata nelle facoltà di Sociologia (la prima a livello nazionale), Scienze matematiche, fisiche e naturali, Economia e commercio. Nel tempo, altre facoltà si aggiungono, fino alla statizzazione dell’ateneo trentino, avvenuta nel 1982. Fino a quella data l’impegno principale dell’Itc riguarda dunque la gestione delle nascenti facoltà, il sostegno del diritto allo studio, l’affiancamento alla ricerca accademica di centri di studio in grado di attrarre il meglio delle competenze scientifiche italiane e d’oltralpe riferite ai propri domini di ricerca. A questo scopo vengono creati nel 1973 l’Istituto storico italo-germanico (Isig), l’Istituto di Scienze religiose (Isr) nel 1975 e l’Istituto per la Ricerca scientifica e tecnologica (Irst) nel 1976.
Foto, Bruno Kessler