Donne Artiste caso più unico che raro nel Cinquecento, ne parla Alda Picone al Punto WE

Domani 22 marzo alle ore 17.30 presso il Punto We di Piazza Domenicani 22 a Bolzano, per “Intorno all’8 marzo”, Alda Picone presenterà “Donne Artiste del Passato: Fede Galizia e Elisabetta Sirani”.
Un primo incontro, cura del Club Arcimboldo, cui ne seguiranno altri per ricordare le donne artiste degli anni passati.
Tra le pittrici, per la verità non molte, che hanno lasciato un segno nella storia dell’arte tra il Cinque e il Seicento sono le due artiste delle quali parlerà Alda Picone
Fede Galizia, pittrice di origine trentina, dal 1587 visse prevalentemente a Milano fino alla morte. Il trasferimento della famiglia Galizia da Trento a Milano deve essere stato voluto dal padre, Nunzio, artista pure lui, impegnato nel mondo della miniatura, dei costumi, degli accessori, ma anche in quello della cartografia. Fede ottenne un successo straordinario tra i committenti dell’epoca, tanto che le opere sue raggiunsero, prima del 1593, tramite la mediazione di Giuseppe Arcimboldi, la corte imperiale di Rodolfo II d’Asburgo.
Gli studi novecenteschi, soprattutto italiani ma non solo, hanno dato particolare risalto all’attività di Fede come autrice di nature morte, anche se l’Artista ha realizzato ritratti e pale d’altare, destinate anche a sedi lontane.
Elisabetta Sirani è una delle personalità più significative nel panorama artistico bolognese del Seicento. La sua vicenda di artista donna è del tutto particolare e gli elogi furono molti durante il brevissimo arco di tempo che le fu concesso di vivere. La morte precoce, misteriosa e improvvisa, giunse quando aveva solo ventisette anni. Elisabetta, che si è formata sotto l’egida paterna di Giovanni Andrea, riuscì liberarsi da stereotipi e schemi della formazione giovanile creando un modo tutto suo di usare colori e pennelli. In una società dove l’attività artistica era una prerogativa tutta maschile e le donne erano relegate alla pratica delle “arti minori”, come la miniatura e il ricamo, o al massimo la natura morta, Elisabetta, prendendo in mano le redini dello studio paterno fondò un’accademia tutta al femminile dove poter studiare anche disegno dal vero e l’anatomia del corpo umano

Foto. Alda Picone