Uil Bolzano, ”sulle Acciaierie non assisteremo ad un nuovo caso MEMC”

La Uil si schiera fermamente contro le recenti speculazioni riguardanti le Acciaierie di Bolzano  e le proposte di delocalizzazione che minacciano il tessuto industriale e lavorativo di Bolzano. La nostra preoccupazione è che queste politiche possano avere un impatto devastante su un’area già messa a dura prova da problemi economici e sociali. Le industrie locali, che rappresentano un fatturato di oltre un miliardo di euro all’anno e danno lavoro a migliaia di persone, non possono essere sacrificate sull’altare della delocalizzazione.

“Ovunque, nel mondo, si fa di tutto per trattenere e favorire lo sviluppo delle aziende che creano lavoro e innovazione. A Bolzano, invece, si rischia di fare il contrario, mettendo in pericolo posti di lavoro e il benessere della nostra comunità,” ha dichiarato Baldessari, segretario Uil-Sgk. “Le industrie locali non solo contribuiscono all’economia attraverso l’innovazione e il pagamento delle imposte, ma sono anche pilastri fondamentali per l’occupazione qualificata. Chiediamo un tavolo urgente di confronto con il Comune, la Provincia e Confindustria per discutere soluzioni condivise.”

Il recente Piano di Classificazione Acustica, che sembra incoraggiare la delocalizzazione delle attività rumorose, ha suscitato preoccupazioni tra gli imprenditori locali e rappresentanti di categoria. Vinicio Biasi di Confindustria ha sollevato dubbi sull’interpretazione del piano, temendo che possa incentivare la delocalizzazione delle imprese, mettendo a rischio l’economia locale.

Marco Pugliese, responsabile dell’Osservatorio Economico Uil, ha espresso preoccupazione per l’impatto che eventuali scelte possono avere sulla microeconomia del capoluogo, già in crisi a causa del caro vita e degli alloggi. “Ora si vogliono ridimensionare le aziende? Le conseguenze potrebbero essere disastrose per la nostra economia locale. Già oggi le famiglie fanno fatica ad arrivare a fine mese, e ridurre ulteriormente le opportunità di lavoro non farà che peggiorare la situazione, già allo stremo tra carovita e mancanza d’alloggi. Chi trova alvoro qui dopo soli sei mesi pensa già d’andarsene e perfino chi ha retribuzioni tra 1500-1800 euro non riesce a star dentro agli affiti. La risposta deve essere diversa” ha affermato Pugliese.

Anche Pelella, segretario Uilm (Metalmeccanici), ha manifestato il suo timore per i posti di lavoro nelle Acciaierie. “Non possiamo permetterci di perdere ulteriori posti di lavoro (parlaimo di 600 circa) in un settore così strategico per la nostra economia. Le Acciaierie sono una risorsa fondamentale per Bolzano e vanno tutelate con ogni mezzo. La chiusura o la delocalizzazione di queste industrie significherebbe la perdita di centinaia di posti di lavoro diretti e indiretti, andrebbe a crearsi una sacac di povertà” ha dichiarato Pelella.

L’Assessora Chiara Rabini ha chiarito che il piano è stato redatto per risolvere problemi acustici senza voler incentivare la delocalizzazione. Tuttavia, riteniamo che sia necessario un dialogo più approfondito e trasparente con tutte le parti coinvolte per evitare fraintendimenti e garantire soluzioni che tutelino sia la salute pubblica che l’occupazione locale, non dichiarazioni di massima e puramente mediatiche.

La Uil continuerà a monitorare attentamente la situazione e a difendere gli interessi dei lavoratori e delle imprese del nostro territorio, opponendosi a qualsiasi tentativo di speculazione o delocalizzazione che possa compromettere il futuro economico e sociale di Bolzano. Invitiamo tutte le parti interessate a unirsi a noi in questa battaglia per proteggere il nostro tessuto industriale e garantire un futuro prospero alla nostra comunità