La Costa D’Avorio è un Paese dell’Africa occidentale e attualmente è governata da un sistema di Repubblica presidenziale multipartitica. Dal 2002 al 2011 ha vissuto pesanti e tragiche guerre civili che hanno distrutto e portato il Paese in una situazione instabile e insicura a livello sociale e economico.
Oggi la Costa D’Avorio vive un boom economico e il PIL cresce da una decina di anni a una media dell’8% annuale. Nel 2023 il Fondo Monetario Internazionale ha registrato un raddoppio in un decennio del reddito pro capite e attualmente è il maggior produttore e esportatore mondiale di cacao, il secondo di anacardi e il sesto di caffè, nonché il primo esportatore di olio di palma e il primo produttore africano di gomma. Il Paese è ricco di oro, diamanti, manganese, nichel, bauxite e petrolio. Questa crescita riguarda, però, prevalentemente i maggiori centri abitati come Abidjan, mentre i villaggi più remoti vivono situazioni di povertà estrema con numerose complicazioni per infrastrutture, centri ospedalieri, scarsità alimentari e di istruzione.
È venuto a trovarci in redazione il presidente della ONG ANSE CI Seahe Florent. È originario della Costa d’Avorio, classe 1987 e laureato in criminologia, nonché volontario dell’ONU dal 2021 per il Paese. Segue diversi progetti dell’ANSE CI con lo scopo ben preciso di istruire e educare quanti giovani possibili affinché vi possa essere una prosperità sociale ed economica in quelle zone della Costa d’Avorio prive di strutture sociali e culturali.
Presidente, per quale motivo ha deciso di creare questa associazione?
«L’organizzazione ha come scopo il sostegno dell’educazione nelle aree svantaggiate, prevalentemente nella regione di Guèmon, intende costruire scuole e mettere a disposizione il materiale scolastico per tutti gli studenti» – precisa il Presidente.
Quando è iniziato questo progetto seguivamo 26 bambini e abbiamo dato circa 250 euro a ciascuno per poter svolgere l’anno scolastico, oggi seguiamo più di 1600 ragazzi e ragazze.
L’educazione e l’istruzione delle nuove generazioni ha il fine di sviluppare il nostro Paese affinché si possa costruire un futuro sicuro in Costa D’Avorio per i nostri giovani senza che si debba emigrare a causa delle scarse opportunità e a condizioni economiche e sociali precarie.»
Quali sono i progetti futuri della ONG ANSE CI?
«Attualmente l’organizzazione è distinta in due sedi, una in Costa D’Avorio con 37 collaboratori che si occupano di seguire i progetti che sono svolti in Africa e un’altra in Italia. In Costa d’Avorio abbiamo istituito dei corsi nel weekend per poter seguire gli studenti che hanno difficoltà nell’apprendimento durante la settimana scolastica; in Italia, invece, 15 collaboratori si occupano di sviluppare progetti e di intraprendere relazioni internazionali utili per l’operato in Costa D’Avorio.»
Quindi l’associazione svolge attività anche in Italia tramite progetti di sensibilizzazione?
«Si, la ONG ANSE CI ha in programma varie attività di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza per spiegare e far conoscere concretamente la realtà dell’associazione e tutti i suoi progetti che svolge in Costa D’Avorio. Per questo motivo stiamo organizzando una serata di beneficenza, anche grazie al sostegno del sindaco di Ortisei Tobia Moroder e al nostro referente della sede in Italia per i progetti e lo sviluppo per il 7 settembre 2024 a Ortisei dove suoneranno bande musicali locali della Val Gardena con lo scopo di raccogliere offerte destinate all’acquisto di libri di testo, penne e quaderni da dare agli studenti in Costa D’Avorio per l’inizio del nuovo anno scolastico.»
Per cosa si distingue la visione della ONG ANSE CI rispetto alle altre associazioni in Italia che operano nel mondo del volontariato in Africa e non solo?
«La ONG ANSE CI ha una visione pratica nel suo agire per cercare di risolvere i vari e complessi problemi che ci sono in Africa, ma anche in Italia sul tema dell’immigrazione.
Il nostro impegno nell’ambito dell’istruzione in Costa D’Avorio è importante e richiede grande dedizione e molti investimenti per costruire scuole e offrire i servizi essenziali per una vita dignitosa.
In Italia il nostro progetto è quello di inserire nel mondo lavorativo e sociale le persone che fuggono dai Paesi africani oltre il puro assistenzialismo fine a se stesso.
Abbiamo già aiutato diversi migranti a entrare attivamente nel mondo lavorativo per stabilizzarsi e contribuire, anche economicamente, con un lavoro regolare al sistema italiano.»
Per saperne di più sull’attività dell’ANSE CI si consulti il sito web: https://anseci.org/.
Foto, Seahe Florent