La GMJO, tra le orchestre giovanili più prestigiose al mondo, è di nuovo a Bolzano per la sua residenza estiva

La Gustav Mahler Jugendorchester è sin dalla sua fondazione un simbolo di unità, di coesione, del potere della musica di instaurare dialogo e collaborazione. Nel 1986 il maestro Claudio Abbado la fondò a Vienna anche allo scopo di permettere ai giovani musicisti austriaci di fare musica con i loro colleghi delle repubbliche socialiste dell’Ungheria e della Cecoslovacchia.

In questi tempi di instabilità ed incertezza la GMJO è di nuovo a Bolzano per la sua residenza estiva, con una compagine orchestrale formata dai migliori musicisti provenienti da tutta Europa, garanzia di una qualità che l’ha resa l’orchestra giovanile più prestigiosa al mondo.

I due concerti sinfonici al Teatro Comunale si terranno il 20 e il 22 agosto, sempre alle 20:30, entrambi sotto la direzione di una star mondiale della direzione orchestrale: Ingo Metzmacher.

Metzmacher spicca per la sua particolare dedizione non solo alla musica in sé ma anche alla sua promozione. Oltre ad essere un apprezzato direttore del repertorio sinfonico ed operistico è anche direttore di un festival e autore di due libri di divulgazione dedicati all’opera (Vorhang auf! Oper entdecken und erleben) e alla musica contemporanea (Keine Angst vor neuen Tönen). Ha diretto le più importanti orchestre del mondo ed è tuttora ospite fisso dei Wiener Philharmoniker, del Teatro alla Scala, il Gewandhausorchester e molte altre istituzioni.

Prima del concerto, alle ore 19:00, nel foyer del teatro verrà presentato il libro del musicologo e critico Angelo Foletto “Ho piantato tanti alberi”, volume che raccoglie le sue memorie sul Maestro Claudio Abbado. Foletto ha seguito per una vita intera il grande direttore d’orchestra, e questo libro raccoglie le tessere di questo rapporto cautamente in bilico tra un’amicizia e un reciproco e professionale riconoscimento. A conversare con l’autore il musicologo Giacomo Fornari.

A seguire il concerto, con il suo programma percorso da una vibrazione mistica, un’atmosfera che si definisce già dalle prime note del Parsifal, di Richard Wagner, di cui l’orchestra esegue Vorspiel zum ersten Aufzug Karfreitagszauber. Per quest’opera il compositore fu fortemente criticato da quella parte del pubblico che voleva leggervi una fascinazione per la fede cristiana – Nietsche ad esempio accusò Wagner di essersi “accasciato ai piedi della croce”. Tuttavia le allusioni religiose di cui è fitta l’opera più che di impronta strettamente cristiana sembrano proporre una dimensione più sfumata e misteriosa del sacro oltre a rendere perfettamente compiuta la visione di Wagner del dramma musicale stesso come una liturgia “sacra”.

Anche il brano di Luigi Nono del 1984, A Carlo Scarpa architetto, ai suoi infiniti possibili, in qualche modo rimanda ad una dimensione trascendentale, infinita, un “mondo lontanissimo e misterioso […] per sognare vari possibili futuri”. L’opera è all’insegna di un’assoluta libertà formale e di un’essenzialità che non da spazio a nulla di superfluo.

Non a caso la partitura è dedicata all’architetto Carlo Scarpa che con Nono condivide la tensione creativa verso spazi in qualche modo impossibili, e che del compositore era amico stretto. Dell’architetto si può ammirare tra l’altro proprio a Cornaiano la villa progettata nel 1967 su commissione del proprietario Gianni Tabarelli, espressione del suo gusto per i dettagli, i colori e la qualità materica delle superfici.

Il programma si conclude con la Sinfonia n. 3 di Anton Bruckner, il compositore dalla natura ingenua e profondamente religiosa a cui vennero resi i giusti onori solo dopo la morte. In questa partitura pur rifacendosi alla tradizione classica austriaca Bruckner guarda chiaramente a Wagner, alla sua strumentazione che permette un’architettura più grandiosa e magniloquente con l’uso di strumenti come la tuba bassa e il corno-tuba. Pur essendo stata accolta da molti dei suoi contemporanei con sprezzo quest’opera ha trovato posto in seguito tra i capolavori assoluti della musica sinfonica.

Il secondo programma, che verrà eseguito dall’orchestra giovanile il 22 agosto, prevede due ouverture di Beethoven. La prima è l’Ouverture del Coriolano, composta nel 1807 come intermezzo dell’omonima tragedia del poeta Heinrich Joseph von Collin e la seconda l’Ouverture Leonore n.3, scritta insieme ad altre tre versioni per la sua opera Fidelio. Entrambe condividono un destino, quello di essere divenute pezzi del tutto autonomi, tra i più celebri componimenti sinfonici del compositore.

Sempre sotto la direzione di Metzmacher l’orchestra eseguirà anche i Cinque pezzi per orchestra op. 16 di Schönberg, che è tra le opere con cui si fa iniziare il periodo “dodecafonico” del compositore ed appartengono al momento più estremo della sua esperienza atonale. Per concludere il programma sarà eseguita la Sinfonia n. 8 in do minore di Dmítrij Šostakóvič, una partitura che scritta nel 1943 è gravida del peso della guerra che proprio in quel momento vedeva la Russia impegnata in un tremendo scontro con la Germania nazista. Richiamandosi alla tradizione romantica di Berlioz, Mahler, Borodin ma soprattutto Tschaikowsky, il compositore dipinge con questa sinfonia il quadro di un dramma, quello dell’uomo costretto a vivere la tragica esperienza della guerra.

I biglietti per la lunga estate in musica del Bolzano Festival Bozen sono acquistabili presso le Casse del Teatro Comunale in piazza Verdi 40 a Bolzano (Tel 0471 053800).

Le casse sono aperte secondo i seguenti orari: martedì – venerdì 14:30–19:00, sabato 15:30–19:00.

I biglietti sono acquistabili online sul sito www.ticket.bz.it e via email scrivendo a info@ticket.bz.it