Transart,  pre-opening l’11 settembre

Tra gli aspetti più interessanti della nuova edizione di Transart spicca l’attività presso l’OASIE di via Dante 32, il rigoglioso e selvatico giardino che anche quest’anno fungerà da quartier generale del festival ma soprattutto da luogo di intensa attività creativa all’insegna della diversità, dell’inclusione e della partecipazione.

Gli eventi si susseguiranno quasi senza soluzione di continuità dall’11 al 28 settembre, con un programma curato dal Museion Art Club Forum, un gruppo di creativi, pensatori e professionisti della cultura il cui scopo è favorire lo sviluppo della scena artistica e culturale urbana in Alto Adige. Il Museion Art Club si propone come un incubatore e amplificatore capace di promuovere scambi e collaborazioni tra i possibili attori del cambiamento nell’ambiente urbano, fornendo spazi, consigli, visibilità e soprattutto networking. Il loro programma all’OASIE dal titolo Nobody’s Village è proprio espressione di questa vocazione: coinvolgerà infatti numerosi artisti e realtà associative del territorio proponendo una fitta serie di incontri con il pubblico incentrati sulle aree di pertinenza e attività delle diverse realtà, così da scambiare know-how, tessere rapporti e innescare dibattiti costruttivi su alcune tematiche e problematiche legate al mondo della cultura e dell’intrattenimento.

Il format prevede alcuni giorni di workshop, talk e attività che terminano con un picnic, concepito come momento di aggregazione e restituzione del lavoro svolto durante la fase preparatoria. Questo momento di convivialità ha lo scopo di recuperare un senso di comunità come presupposto per la creazione di una rete di relazioni e rapporti significativi.

L’apertura di questa lunga avventura collettiva a cui tutta la città è invitata si terrà l’11 settembre alle ore 20:00, con una sorta di rito collettivo con cui la scena creativa locale attiverà lo spazio in modo energico. Il luogo di incontro è la tenda che installata nell’OASIE fungerà da punto di riferimento e luogo di ritrovo, immaginario villaggio di tutti e di nessuno. Sotto questa tenda il pubblico assisterà a diversi interventi simbolici come la mappatura immaginaria della scena creativa locale, tracciata sulla tenda come se fosse una tela da Robi Romeo Sejfula, Gerardo Del Vasto e Monica Niederlechner. Seguiranno altri interventi artistici come la creazione di una vernice da scarti di mela da parte di Studio FOS, una danza della performer Santija Bieza, lo yodel di Markus Prieth, la preparazione di una bevanda rituale con Irene Hager ed infine un DJ set di 3reflip per chiudere questa suggestiva cerimonia di apertura e pre-opening del festival.

La prima serie di incontri collettivi si realizzerà dal 13 al 15 settembre e verterà soprattutto sul concetto di comunità, le modalità dello stare insieme e del prendersi cura di sé stessi, degli altri e dello spazio che ci circonda. il 13 settembre dalle ore 19:00 alle 22:00 con il titolo The Art of CuddlingHotel Amazonas e Knuddeln Knödel propongono una sessione quasi terapeutica di interazione corporea basata sulla tenerezza e il contatto fisico, nel rispetto dei limiti e desideri di ciascuno, sotto la guida della terapista Chiara Baccanelli (l’iscrizione è obbligatoria per i partecipanti ma è anche possibile partecipare liberamente come uditori).

Il 14 settembre dalle 15:00 alle 18:00 invece il collettivo A Place to B(z), che si occupa di reimmaginare lo spazio pubblico rafforzando il senso di comunità tramite la creatività, propone un forum aperto sugli spazi urbani e la loro capacità di diventare dei luoghi di cura per la collettività. Con il titolo Seed of Commons, questo incontro inviterà i partecipanti ad identificare spazi che abbiano il maggiore potenziale di trasformazione ed evoluzione. Un brainstorming collettivo.

Il 15 settembre dalle 12:00 alle 16:00 la sessione finale di questo primo percorso vedrà i partecipanti riunirsi intorno al gesto primario dell’impasto dell’acqua e della farina come simbolo della creazione di un corpo vivo e collettivo. L’esperienza sarà guidata da Stüa, iniziativa di rigenerazione urbana che propone attività di comunità attorno ad un forno, segno distintivo del collettivo.

Il 16 settembre dalle 18:00 alle 20:00 questo ciclo di incontri si concluderà con il pic nic dal titolo Everybeing’s potential: from seeds of commons to actions of care, un momento conviviale per discutere e trarre delle conclusioni da quanto imparato durante i workshop.

Il programma di Nobody’s Village proseguirà con altri due cicli di incontri dal 17 al 19 e dal 20 al 23 settembre. Il primo sarà dedicato alla comunità queer ed il secondo alla scena della musica elettronica.

Il programma completo di Nobody’s Village è consultabile al sito transart.it.

L’ingresso a tutte le attività è gratuito. 

Foto/Oasie © Anna Tappetto