Storyblox, l’innovativa piattaforma digitale per scoprire i segreti culturali del territorio

NOI Techpark Südtirol/Alto Adige è il parco scientifico e tecnologico della Provincia autonoma di Bolzano che ospita attualmente tre Istituti di ricerca, tra questi Fraunhofer Italia, Eurac Research, e il Centro di Sperimentazione Laimburg, quattro Facoltà della Libera Università di Bolzano, quarantacinque laboratori scientifici, novanta fra aziende e start-up e diverse altre istituzioni, tutte impegnate in attività di ricerca e sviluppo. La nota struttura sita in zona industriale a Bolzano esiste da quasi dieci anni, esattamente dall’ottobre 2017 ed è gestita da NOI Spa, società In-House della Provincia Autonoma di Bolzano.
Fra le numerose strat-up spicca Mediatize, l’azienda che produce la piattaforma Storyblox creata da due giovani, Julian Palmarin e Sebastian Betz.

Julian è laureato in Scienze storiche (magistrale) a Bologna, mentre Sebastian, originario della Franconia, ha conseguito una laurea magistrale in Imprenditorialità e Innovazione presso l’Ateneo bolzanino. Benché giovani, entrambi hanno interessanti esperienze lavorative alle spalle. Julian con una vena decisamente umanistica ha sviluppato in realtà virtuale interessanti videogiochi e Sebastian ha all’attivo svariate realizzazioni di software.
Abbiamo incontrato Julian per conoscere più da vicino Storyblox.

Tu hai studiato lettere e storia. Anziché intraprendere un percorso professionale tradizionale come l’insegnamento o il lavoro per qualche ente pubblico, ti sei lanciato nella realizzazione di una piattaforma virtuale volta a raccontare la storia locale con l’ausilio di esperiti locali. Ci potresti spiegare di che si tratta esattamente?

Certamente! La piattaforma che abbiamo creato si chiama Storyblox, ed è nata con un obiettivo semplice ma ambizioso: riempire di storie i luoghi straordinari della nostra regione. L’idea è cresciuta dentro di noi per anni, alimentata dalla nostra passione per la scoperta e dalla frustrazione per la scarsa valorizzazione del patrimonio locale. Quante volte ci è capitato di visitare un luogo ricco di storia e fascino, senza però riuscire a percepirne il valore perché mancavano gli strumenti giusti per trasmetterlo.
Non ho seguito un percorso professionale tradizionale, è vero, ma il nostro obiettivo è simile a quello di chi lavora per i musei, le aziende di promozione turistica o le soprintendenze ai beni culturali: valorizzare il patrimonio. La differenza è che loro lo fanno attraverso finanziamenti pubblici, mentre noi abbiamo capito che quel modello, per quanto utile, non è sempre sostenibile. Raccontare un luogo richiede risorse, e le istituzioni sono spesso costrette a concentrarsi solo sui siti più famosi, lasciando in ombra tantissimi piccoli gioielli.
Per questo motivo, abbiamo deciso di ribaltare il modello tradizionale. Invece di affidare tutto alla spesa pubblica, sono i detentori della conoscenza – che siano guide turistiche, esperti locali o appassionati – a creare visite guidate digitali e a offrirle direttamente ai visitatori, attraverso la nostra piattaforma.
Nel corso degli anni, abbiamo letto tantissimi libri, visitato musei e seguito guide turistiche alla ricerca di meraviglia. Ci siamo resi conto, però, che le informazioni da sole non bastano: è la modalità di trasmissione a fare la differenza. Appartenendo a una generazione abituata alla velocità e all’interattività, ci è sempre risultato difficile utilizzare strumenti tradizionali come libri o guide cartacee. Impariamo guardando, scorrendo immagini e muovendoci tra contenuti visivi. Ed è proprio questa la logica dietro Storyblox: abbiamo preso ispirazione da piattaforme come Instagram, TikTok e YouTube per rendere le informazioni culturali accessibili ai più giovani, ristrutturando il modo in cui le storie vengono raccontate.
Ovviamente, nulla può sostituire completamente una guida turistica in carne e ossa, con la sua capacità di emozionare attraverso la presenza fisica e l’interazione diretta. Tuttavia, ci siamo resi conto che le guide tradizionali hanno un mercato limitato: spesso bisogna prenotarle con largo anticipo, organizzarsi in gruppi o rispettare orari prestabiliti. Questo funziona per alcuni, ma tanti altri preferiscono un approccio più spontaneo. Quante volte capita di entrare in un luogo per caso, restare affascinati dalla sua bellezza e solo dopo cercare informazioni? A quel punto, però, è quasi sempre troppo tardi. Si finisce su siti come Wikipedia o TripAdvisor, che forniscono informazioni generiche e non pensate per accompagnare una visita in tempo reale.
Con Storyblox, vogliamo colmare proprio questa lacuna, offrendo contenuti culturali facilmente accessibili, interattivi e pensati per chiunque voglia scoprire un luogo in modo spontaneo e dinamico.

Oggi sempre meno persone visitano le località turistiche utilizzando la solita guida cartacea.

Il fascino della guida cartacea rimane forte e probabilmente lo sarà ancora a lungo. Nel settore editoriale, infatti, le guide cartacee, o comunque i testi pensati per migliorare l’esperienza di visita di un luogo, hanno ancora un potere di vendita molto alto, specialmente in regioni come la nostra, rispetto ad altre tipologie di pubblicazioni. Tuttavia, è innegabile che ci stiamo avviando verso un mondo sempre più digitale e personalizzato. Il digitale sta erodendo gradualmente la base di utenti del cartaceo, come dimostrano fenomeni come gli audiolibri e i Kindle nel settore editoriale.
Per quanto riguarda le visite turistiche, però, le guide cartacee non sono ancora state sostituite completamente dai prodotti digitali. Il problema principale secondo noi risiede nella vastità delle informazioni disponibili online, che rende difficile trovare contenuti ben strutturati e accurati. Esistono una miriade di blog e siti amatoriali che offrono consigli su cosa visitare, e anche le grandi piattaforme si basano principalmente su recensioni, non verificate, per consigliare luoghi d’interesse. Tuttavia, queste risorse tendono a fermarsi alla mera indicazione del luogo, fornendo solo due o tre informazioni di base. Il turista, a quel punto, si ritrova spesso a vagare nel luogo senza una guida adeguata.
Le guide cartacee, invece, sono in grado di entrare maggiormente nei dettagli. Forniscono un contesto per la regione o la città, offrono informazioni di base che aiutano a godere meglio dell’esperienza e, talvolta, anche dettagli più specifici sul singolo luogo. Tuttavia, anche in questo caso, il racconto si ferma generalmente all’introduzione del luogo stesso, lasciando al visitatore il compito di scoprire il resto. Alcuni luoghi riescono a raccontarsi, altri no.
Il nostro obiettivo non è quello di sostituire le guide cartacee, né i blog o i siti di viaggio. Il nostro scopo è colmare il vuoto di informazioni e narrazioni che spesso si crea una volta giunti nei luoghi suggeriti. Attualmente, il turismo si sviluppa in modo tale che il visitatore trova un luogo da visitare, ci va, ma spesso non riesce a goderlo appieno perché non ha a disposizione una guida che lo accompagni oltre l’arrivo.
E cosa fa, allora? Scatta una foto, la pubblica su Instagram e se ne va. Questo è il trend del turismo attuale: limitarsi a scattare una foto e postarla, riducendo l’esperienza alla bellezza “fisica” del luogo. Infatti, molti post sui social non parlano di quanto un luogo sia stato interessante o emozionante, ma si limitano a scrivere: “Luogo meraviglioso”, e così via.
Secondo noi non è una questione di superficialità, ma di mancanza di strumenti digitali adeguati e adatti alle nuove generazioni, per conoscere e apprezzare la bellezza culturale e più profonda del luogo. Ed è proprio questo il vuoto che cerchiamo di colmare.

I due modi di informarsi, quello tradizionale, quindi con le guide cartacee e quello innovativo, costituito prevalentemente da strumenti digitali, si escludono o possono integrarsi?

Secondo me, i due formati sono complementari. La guida cartacea e la sua versione digitale aiutano i turisti a scegliere i luoghi da visitare. Successivamente, entriamo in gioco noi, prendendoci cura della visita in loco. Se si cercasse di tradurre in formato cartaceo tutte le informazioni che vorremmo offrire direttamente sul posto, il risultato sarebbe un “mattone” che i turisti impiegherebbero troppo tempo a leggere. I viaggiatori, penso, preferiscano ricevere le informazioni particolari direttamente nel luogo che stanno visitando, non in anticipo, mentre sono a casa.
A casa, i turisti si appassionano alla città, approfondiscono la sua storia e cultura e, sulla base di ciò che li colpisce, decidono quali luoghi visitare e dove mangiare. Tuttavia, una volta arrivati nei luoghi, rimane quel vuoto che, fino ad oggi, solo le guide turistiche o importanti installazioni fisiche riescono a colmare, ma che digitalmente non è ancora stato completamente risolto.
Per rispondere alla domanda postami, penso che questi due approcci siano perfettamente integrabili con Storyblox. Tuttavia, bisogna tenere in considerazione la concorrenza di altri player come i blog su internet, i siti di viaggi, TripAdvisor, Google Maps e i reel su Instagram, che sono strumenti ormai comunemente utilizzati dai turisti.

Chi sono i tuoi interlocutori professionali interessati ad una produzione di audioguide?

I nostri interlocutori professionali sono numerosi. In primo luogo, naturalmente, ci sono le guide turistiche. Abbiamo concepito questo strumento non solo per i visitatori, ma anche per loro. Avremmo potuto creare direttamente i contenuti e venderli ai turisti, ma ciò ci avrebbe messi in competizione con le guide turistiche, cosa che vogliamo evitare. Non c’è tempo né energia per creare conflitti sulla divulgazione e trasmissione della cultura. Per questo motivo, abbiamo deciso di sviluppare una piattaforma dove le guide possano creare e vendere le proprie “visite guidate digitali”. In questo modo, le guide si aprono a un nuovo mercato, quello dei visitatori e dei turisti occasionali che non hanno avuto il tempo di organizzarsi. Per loro rappresenta un’opportunità di crescita, mentre noi beneficiamo di un arricchimento dei contenuti, riuscendo così a valorizzare un maggior numero di luoghi con meno sforzo.
Altri attori importanti sono i musei e gli esperti.
Per quanto riguarda i musei, solitamente sono le loro guide interne a creare le visite guidate digitali, che il museo poi vende ai visitatori. L’ingresso nel mondo museale è un po’ più complesso, poiché i musei tendono ad avere un approccio più “conservatore”, e la nostra piattaforma rappresenta un’innovazione significativa. Tuttavia, abbiamo considerato ogni aspetto. Il museo non deve investire nulla. La piattaforma è completamente gratuita per loro, così come per chiunque voglia creare guide, e i costi sono coperti da una percentuale sulle vendite al visitatore.
Il nostro progetto più ambizioso al momento è in collaborazione con il METS in Trentino, uno dei musei più importanti con cui stiamo lavorando. Stiamo sviluppando sei visite guidate digitali personalizzate, basate sulle più recenti innovazioni nel settore museale, che mettono il visitatore al centro dell’esperienza. A breve, introdurremo anche funzionalità come quiz, deviazioni personalizzate del percorso di visita e molto altro. Siamo tanto ambiziosi e non scherzo quando dico che il nostro obiettivo è che la chiesetta del comune abbia narrazioni digitali migliori del British Museum. E non siamo lontani da questo risultato. Abbiamo solo bisogno del sostegno degli esperti del settore culturale.
Ci apriamo, infatti, anche agli esperti di storia e cultura locale. Le guide turistiche avranno sempre la priorità, e i loro profili saranno privilegiati nelle classifiche della piattaforma per ragioni evidenti di competenza e affidabilità. Tuttavia, per raccontare ogni chiesetta o luogo nascosto della nostra regione, abbiamo bisogno del contributo di tutte quelle persone che hanno a cuore il patrimonio culturale.
Vorrei concludere con una ‘call to action’, se siete guide turistiche, esperti nel settore culturale o lavorate in un museo, ci farebbe davvero piacere se avreste voglia di condividere il vostro sapere con chi ne è alla ricerca.

Foto, Julian Palmarin e Sebastian Betz