Sull’automotive serve una transizione sostenibile

CNA chiede programmazione, gradualità, sostegno agli investimenti e sviluppo delle competenze per un settore strategico che in Alto Adige conta oltre 800 aziende
È necessario ripensare la transizione della filiera automotive per renderla sostenibile sotto il profilo ambientale, economico, sociale e industriale. È quanto indica CNA in un documento che fotografa le dimensioni del settore e alcune proposte per sostenere un processo che impatta su migliaia di imprese.
La filiera italiana conta 111 mila imprese e 542 mila addetti, comprendendo la produzione di veicoli, carrozzerie, componenti e accessori, le attività commerciali e le attività di riparazione e manutenzione. In Alto Adige ci sono più di 800 aziende con oltre 16.000 dipendenti che lavorano nel settore automobilistico. Rilevante il peso delle micro e piccole imprese che, a livello nazionale, rappresentano l’84% della componentistica, il 92% delle carrozzerie e il 97% della manifattura, quasi il 30% del fatturato e la metà degli occupati. Negli altri segmenti della filiera l’incidenza delle piccole imprese è ancora più consistente. Nel settore dell’autoriparazione, ad esempio, le imprese con meno di 10 addetti sono il 96,4% del totale.
Un settore strategico che necessita di un accompagnamento nella trasformazione tecnologica e produttiva. Nel documento presentato nel corso dell’evento a Roma “La transizione dell’automotive per artigiani e Pmi, scenari, sfide e opportunità per le imprese della filiera”, al quale ha partecipato anche il presidente dei Meccatronici di CNA Alto Adige Luca Gualterotti, sono stati sottolineati i punti essenziali affinché la transizione sia sostenibile: programmazione e gradualità, anche riconsiderando le opzioni tecnologiche disponibili in tema di mobilità sostenibile, inclusi sistemi di retrofit in grado di ridurre le emissioni dell’attuale parco circolante, sostegno agli investimenti, anche attraverso lo specifico utilizzo delle risorse derivanti dall’attuale tassazione del carbonio, sviluppo delle competenze, sostenendo i processi di formazione delle professionalità che il mercato richiede e sviluppo infrastrutturale, in linea con le esigenze connesse alla diffusione della mobilità elettrica evitando l’acuirsi di disomogeneità territoriali. “La transizione nel nostro settore è necessaria – afferma il presidente dei meccatronici di CNA Alto Adige Luca Gualterotti – ma deve essere messa in atto facendo i conti con la realtà e tenendo conto che il settore vive grazie a numerose piccole e medie aziende che devono essere sostenute e accompagnate in questo processo”. Sulla stessa linea il presidente dell’unione Servizi alla Comunità di CNA Alto Adige Günther Rabanser che aggiunge: “Per la costruzione di veicoli elettrici occorre circa il 40% di componenti in meno rispetto alle auto con motori a combustione interna. Raffreddamento, cambio, iniezione sono aspetti che non servono più, ma i componenti ad essi legati alimentano una vasta filiera di fornitori che hanno già iniziato a risentire degli effetti e che devono essere supportati”.
CNA ha altresì proposto di avviare un osservatorio permanente, che coinvolga in maniera effettiva e strutturata le categorie rappresentative dei diversi settori della filiera nella definizione di strategie, politiche, bisogni e soluzioni da qui al 2035.

Foto. Günther Rabanser