Ci sono due questioni nella legislazione nazionale che, se non verranno modificate, danneggeranno gravemente l’agricoltura biologica, afferma il portavoce di Bioland Südtirol/Alto Adige, la principale associazione di agricoltori biologici dell’Alto Adige, con oltre 1.000 produttori e 35 trasformatori. Rappresenta due terzi dei produttori e degli interessi del settore biologico in Alto Adige.
In Italia, i residui di pesticidi chimici sui prodotti biologici sono regolamentati dal Decreto Ministeriale 309/2011 “Contaminazioni accidentali e tecnicamente inevitabili di prodotti fitosanitari in agricoltura biologica”. Il decreto stabilisce un valore limite di 0,01 mg per chilogrammo. Ad eccezione dell’Italia e del Belgio, non esiste un limite simile in tutta Europa siccome è problematico che gli agricoltori biologici vengano perseguiti in caso di deriva perché i loro prodotti superano il limite molto basso e quindi non possono più essere venduti.
Bioland è a favore di una buona tutela dei consumatori, ma non a spese degli agricoltori. Anche il principio “chi inquina paga” non viene preso in considerazione.
L’introduzione di criteri restrittivi in agricoltura biologica che superano quelli dello standard europeo comporta il rischio di decertificazione dei prodotti e delle aziende biologiche italiane. Questo rappresenta uno svantaggio per la filiera del biologico in Italia.
Inoltre, il settore deve essere rafforzato; i controlli sul biologico sono necessari, ma non devono essere un onere per i produttori e i consumatori, poiché i costi aggiuntivi devono essere trasferiti ai prodotti. Per questo è necessario sovvenzionare i costi di ispezione del biologico. Bioland Südtirol è a favore di un’armonizzazione con le normative vigenti nell’UE, che compenserebbe il conseguente svantaggio competitivo per gli agricoltori biologici italiani.
Bioland Südtirol/Alto Adige è la principale associazione di agricoltori biologici dell’Alto Adige, con oltre 1.000 produttori e 35 trasformatori. Rappresenta due terzi dei produttori e degli interessi del settore biologico in Alto Adige.
Foto. Sen. De Carlo, R. Verdorfer, P. Profanter