Michael Peintner è psicoterapeuta con studio professionale a Brunico e a Innsbruck, segue da anni omosessuali, bisessuali e transessuali vittime di atti d’intolleranza spinti da una cultura omofobica ancora molto presente nel Bel Paese.
Attualmente la questione relativa alla tutela delle persone di orientamento sessuale diverso da quella considerata “la norma” e la “l’identità di genere” sono motivo di dibattito acceso, non solo sociale, ma soprattutto politico, a causa del disegno di legge Zan che dovrebbe essere discusso per l’approvazione al Senato dopo che l’anno scorso la Camera dei deputati aveva approvato.
Peintner arriva subito al dunque e chiarisce che non capisce il significato di tanta perplessità nelle discussioni in certi ambiti politico-sociali, considerando che il ddl Zan non è altro che un allargamento della legge Mancino in termini di tutela dell’identità di genere, vale adire la percezione che una persona ha di sé come uomo o donna, anche se non corrispondente al proprio sesso biologico e l’orientamento sessuale, cioè l’attrazione emotiva o sessuale nei confronti di una persona dello stesso sesso, di sesso opposto o di entrambi i sessi, come previsto nell’articolo 1 del disegno di legge in questione.
«A molti non è chiaro che queste persone sono esposte a delle situazioni incredibili di mobbing e intolleranza» – rammenta Peintner, secondo cui bisogna assolutamente agire per garantire a costoro una tutela giuridica effettiva. In Italia, a differenza di altri Paesi europei siamo messi particolarmente male, perché le disposizioni giuridiche attualmente in vigore sono insufficienti. Peintner non fa mistero del fatto che frequenti sono i suicidi e i tentativi di por fine all’esistenza da parte di vittime dell’omo- e transfobia che spesso si trovano a dover fronteggiare situazioni insostenibili. Questo nell’ambito della famiglia, della scuola, della cerchia dei conoscenti, e in generale dell’opinione pubblica.
Non mancano – afferma Peintner – che uomini vengano sbeffeggiati e apostrofati come gay anche se non lo sono, e quindi soltanto per l’apparenza efebica. Stessa cosa accade alle donne con atteggiamenti sembianze non particolarmente femminee. «L’amore non è un’ideologia, esattamente come non lo è l’identità di genere» – rincalza lo psicoterapeuta pensando alle prese di posizione di qualche senatore locale un po’ incline ad espressioni superficiali. Peintner pone l’accento sul fatto che il ddl tanto discusso, che auspicabilmente sarà approvato, ha una funzione educativa e di garanzia dei diritti civili. Il 17 maggio è il giorno contro l’omofobia, giornata che grazie alla nuova legge troverebbe maggior riscontro istituzionale.
«A differenza di quanto si pensa non è una moda essere trans, ma una condizione che va rispettata» – sottolinea Peintner, il quale ricorda che oggi rispetto a qualche anno fa queste persone sono più visibili perché hanno acquisito il coraggio di essere ciò che sono veramente.
Foto, Michael Peintner