Il Ministro della Salute non c’era. In compenso, dopo un sit-in durato parecchie ore e al quale hanno partecipato migliaia di persone, la petizione, sostenuta da circa 30 mila firme e indirizzata a Roberto Speranza, è stata consegnata ugualmente, ma ai dirigenti Andrea Siddu (dirigente medico della Direzione Generale di Prevenzione), Adriana Chiurato (dirigente amministrativo dell’Ufficio di Gabinetto) e Luigi Patacchia (dirigente medico dell’Ufficio di Gabinetto). “Dopo ampia discussione, durante la quale abbiamo illustrato diciassette mesi del nostro intensissimo lavoro, abbiamo fatto comprendere ai presenti l’importanza di un approccio terapeutico in fase precoce”, dichiara l’avvocato Erich Grimaldi, presidente e legale dell’Unione per le Cure, i Diritti e le Libertà (UCDL) e del Comitato Cura Domiciliare. “Nelle prossime quarantotto ore invieremo una relazione tecnica alla segreteria del capo di Gabinetto, rispetto alle linee guida ministeriali del 26 aprile 2021, in cui spiegheremo perché si deve aggredire il virus ai primi sintomi, con i farmaci appropriati, senza lasciare invece i malati in vigilante attesa, con il paracetamolo. Siamo soddisfatti della disponibilità al dialogo dei tecnici che ci hanno accolto e che esamineranno subito le nostre istanze. Entro la fine della prossima settimana verrà programmato un incontro con i medici del consiglio scientifico del nostro Comitato, che hanno stilato da tempo uno schema terapeutico per combattere precocemente il virus (il nostro servizio: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/01/nasce-lo-schema-terapeutico-terapie-domiciliari-covid-19/). Contestualmente abbiamo consegnato le firme della nostra petizione”, prosegue l’avvocato Grimaldi. Le richieste del Comitato: “Il percorso per contrastare la pandemia deve comprendere cure e vaccinazioni. Abbiamo chiesto al Ministero di introdurre il nostro approccio terapeutico per combattere il virus, nonché di licenziare delle linee guida per coloro i quali si ammalano nonostante la vaccinazione, in quanto non è possibile che questi ultimi debbano rimanere in vigilante attesa, con il solo paracetamolo. Il Ministero ha infatti omesso di spiegare chiaramente quali sono i rischi e i benefici del vaccino, nonché le problematiche che possono sorgere in determinati soggetti, per i quali sarebbe stato indicato sottoporsi a una serie di esami pre-vaccinazione. Le battaglie si vincono facendo prevenzione, ma anche con le cure, pertanto abbiamo chiesto al Ministero il coinvolgimento dei nostri medici a un tavolo di lavoro, finalizzato alla revisione dei protocolli domiciliari”. Otto plichi per un totale di 28.311 firme: questo il contenuto della corposa petizione. L’UCDL rileva che il 17 febbraio 2021, all’atto del suo insediamento, il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, affermava testualmente che, “sulla base dell’esperienza dei mesi scorsi, è necessario aprire un confronto a tutto campo sulla riforma della nostra sanità. Il punto centrale consiste nel rinforzare e ridisegnare la sanità territoriale. La casa dei pazienti deve diventare il principale luogo di cura: una rivoluzione oggi possibile grazie alla telemedicina e all’assistenza domiciliare integrata”. L’Unione constata inoltre che il Ministero non ha dato seguito al voto del Senato, che chiedeva l’istituzione di un protocollo terapeutico (l’approfondimento dell’8 aprile scorso: https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/04/terapie-domiciliari-il-senato-approva-listituzione-di-un-protocollo-anti-covid/). “L’adozione delle terapie precoci unitamente avrebbe evitato le misure restrittive dei mesi scorsi e l’introduzione del Green Pass”, afferma l’avvocato Grimaldi, che aggiunge: “Abbiamo ascoltato con stupore le dichiarazioni del Presidente Draghi, il quale il 21 luglio scorso ha affermato che l’appello a non vaccinarsi è un invito a morire e che coloro i quali non si vaccinano si ammalano, contagiano e fanno morire. Le predette asserzioni, dure e inappropriate, rischiano di infondere solo ulteriore paura, senza essere neppure corrette”. Mentre era in corso la manifestazione, è comparsa anche l’onorevole Giorgia Meloni, “la quale si è detta stupita del mancato dialogo con coloro che hanno lavorato senza sosta, in qualità di volontari, per supportare l’intera cittadinanza, già a partire dalla prima ondata”. UCDL scende in campo anche contro il Green Pass: “Ricorreremo alla giustizia amministrativa al primo provvedimento applicativo che sarà erogato”. Conclude il legale: “Abbiamo fatto comprendere al Ministero che l’Unione e il Comitato rappresentano un movimento molto importante, in grado di mobilitare circa 2 milioni di cittadini. Per questo non possiamo essere ignorati. Non è concepibile che attraverso il Green Pass si attuino discriminazioni sociali: Draghi ha commesso un errore gravissimo. Inoltre, alla luce del suo operato, non si comprende per quale motivo abbia riconfermato il Ministro Speranza”.
Foto/c-fonte UCDL e Comitato Cura Domiciliare