Il “Pfluagziachn” di Stelvio rientra tra le più antiche usanze dell’Alta Val Venosta

Ogni due anni a Stelvio si svolge una delle sfilate più originali di tutta la regione: il traino dell’aratro (Pfluagziachn).  Il “Pfluagziachn” di Stelvio rientra tra le più antiche usanze carnevalesche dell’Alta Val Venosta, insieme al “Proder Maschger” oppure la sfilata “Zusslrennen”. Per molto tempo questa usanza era caduta nel dimenticatoio, fino a quando nel 1992 è stata fatta rivivere e da allora viene celebrata ogni due anni. All’ora di pranzo del sabato successivo al Giovedì Grasso si dà inizio alla sfilata. Quest’usanza prevede che un antico aratro, del tipo di quelli che ancora nel novecento venivano usati per raccogliere le patate, venga trainato da un cavallo e da sei buoi per tutto il paese. Il tutto accompagnato da un gruppo di personaggi in maschera che rappresentano, con uno spettacolo improvvisato, i litigi tra i vari gruppi all’interno del paese. Si tratta di parodie di conflitti tra giovani e vecchi, uomini e donne, sedentari e nomadi, contadini e servi, maschere e pubblico. Anche i ruoli femminili vengono recitati tradizionalmente da uomini. Si tratta di un’antica tradizione carnevalesca contadina con rituali molto chiassosi per scacciare l’inverno. Una specie di Commedia dell’arte contadina per ricordare un antico mondo tradizionale ormai tramontato.
Un’altra manifestazione è quella dei Klosen. I primi di dicembre a Stelvio, cori e campanacci risuonano nella valle per annunciare l’inizio della tradizionale sfilata dei Klosen, animata da angeli e demoni. Una festa tradizionale che tiene viva ormai da secoli un’antica festa cristiana, quella di San Nicola. Il corteo si apre con l’immagine del Santo accompagnata da quattro angeli che portano con loro delle lanterne, la Bibbia, alcune verghe e una gerla piena di doni. Dietro di loro, sfilano i diavoletti e i demoni con maschere di legno dalle sembianze paurose. Per ultimi gli Esel, coloratissimi spiriti buoni vestiti da asini che suonano i campanacci per le vie del paese. Una festa ricca di suoni e di colori che si ferma al momento dell’Ave Maria quando i lenti rintocchi della campana si propagano per l’intera vallata, e angeli e demoni s’inginocchiano togliendosi le maschere per recitare l’Angelus. Al termine della sfilata, gli angeli distribuiscono i regali ai bambini presenti. E, naturalmente, va detto che in tutto l’Alto Adige anche i visitatori possono sperimentare una serie di vecchie, a volte strane, misteriose tradizioni.