A Trento il primo Centro per le scienze sociali computazionali

Come ci muoveremo in futuro? Come saranno fatte le nostre città, le case o i nostri luoghi di lavoro? Di che servizi avremo bisogno? Saremo capaci di crescere in modo sostenibile? Sono tante le questioni che si aprono ogni volta che tentiamo di immaginare il futuro o anche soltanto di capire meglio cosa succede oggi nella nostra società, nell’economia, a tutti i livelli, locale e globale. Dare una risposta è tutt’altro che facile. Eppure mai come ora siamo circondati da dati – su ciò che compriamo, dove viaggiamo, chi conosciamo – che sono sempre più accessibili. Informazioni che permettono di osservare il comportamento umano con una precisione che si pensava fosse impossibile solo un decennio fa. E fare previsioni.
Le scienze sociali computazionali  usano le tecnologie digitali utili per orientare lo sviluppo di politiche pubbliche e sistemi produttivi. Si collocano all’intersezione tra informatica, statistica e scienze sociali. Seguono le tracce digitali prodotte nei diversi e quotidiani processi economici, amministrativi e sociali per studiare le attività e le relazioni umane. Utilizzano una enorme quantità di dati demografici, comportamentali, di rete e dell’Internet delle cose attraverso potenti strumenti di calcolo e le stesse domande scientifiche di base che guidano le scienze sociali tradizionali.
A questo nuovo approccio è dedicato il primo centro di ricerca italiano sulle scienze sociali computazionali, che debutterà venerdì e sabato prossimi 16 e 17 dicembre 2022 con la sua prima attività pubblica, un workshop – che si terrà nell’aula Kessler del Dipartimento di Sociologia e Ricerca sociale – pensato proprio per riunire le competenze attive sul territorio nazionale e mettere in connessione la comunità accademica e scientifica interdisciplinare attiva su questi temi. Il Center for Computational Social Sciences and Human Dynamics (C2S2) è stato attivato dai dipartimenti di Sociologia e Ricerca sociale e di Economia e Management dell’Università di Trento insieme alla Fondazione Bruno Kessler. Da subito la rete di collaborazioni si è ampliata a partner industriali e istituzionali per intercettare le opportunità che già sono in vista con il Pnrr.
Tre le direzioni principali, tra le tante possibili, in cui si muove fin da subito l’attività del Centro: l’attenzione per le smart city (con, ad esempio, il focus su mobilità, urbanizzazione, trasformazioni del tessuto cittadino, fenomeni di spopolamento o degrado); gli studi organizzativi (ad esempio, benessere sul luogo di lavoro, valorizzazione delle competenze, flussi informativi e organizzativi); la gestione dei dati nella pubblica amministrazione a supporto delle decisioni e delle politiche di sviluppo.

Foto. Trento@Università Tn