Giulio Angelucci si candida alle Provinciali e auspica un Nuovo Umanesimo

Giulio Angelucci, bolzanino, agronomo, candidato per la lista Verdi Grüne Vërc, è direttore dell’Ufficio provinciale gestione rifiuti da 25 anni. Su richiesta del Partito ha deciso di candidarsi per le provinciali del prossimo 22 ottobre. Gli chiediamo quali motivazioni lo abbiano indotto ad aderire alla proposta politica dei Verdi e quindi di candidarsi. «Diversi sono i motivi per i quali ho accettato la proposta. Viviamo in un periodo storico particolare con una crisi economica latente e con una crisi ambientale e sociale evidente, quindi ho ritenuto che fosse giunto il momento di espormi», risponde Angelucci con determinazione.
il dirigente provinciale sente che solamente come politico può portare avanti quegli sforzi necessari per veicolare i temi ambientali che gli stanno tanto a cuore. È convinto che la futura Giunta provinciale dovrà farsi carico della questione ambientale in termini politici senza se e senza ma. «La soluzione al problema ambientale non potrà essere risolta unicamente dalla tecnica ma da un NUOVO UMANESMIMO». Alla domanda cosa intenda per nuovo umanesimo Angelucci chiarisce che questo cambio di paradigma implica importanti riflessi sui rapporti umani e in generale sulle relazioni che abbiamo con gli altri.
L’agronomo intravvede nel partito ecologista un potenziale di tale sviluppo, motivo per il quale ha convintamente deciso di aderire alla proposta Verde.
«Oggi mancano i profeti laici, ovvero coloro che sanno intravvedere il futuro» afferma con passione Angelucci che ricorda con nostalgia gli Scritti corsari di Pier Poalo Pasolini e di come si era illuso da giovane di averne capito l’essenza, mentre oggi si rende conto di quanto fosse limitata allora la sua capacità di comprensione.
Giulio non intravvede nella contemporaneità figure di tale intensità intellettuale, ma non esclude che possano sorgere in un prossimo futuro. «Abbiamo vissuto una fase di intellettualismo spinto. Dobbiamo passare dalla concentrazione sull’IO al NOI, quindi alla solidarietà vissuta non solo tra gli umani ma anche in equilibro con l’ambiente».
In merito a quanto esposto, Angelucci cita la risorsa dell’acqua, quel bene un tempo talmente sovrabbondante che per troppo tempo era stato considerato dai troppi una banale ovvietà. Angelucci mette in chiaro che i fenomeni di siccità vissuti ultimamente anche in loco ci abbiano fatto comprendere l’importanza dell’acqua e quindi come meglio gestire questo bene primario. È convinto che con la sempre maggiore scarsità di risorse naturali sarà necessario stabilire a chi e in che misura destinare tali risorse. «Non sarà semplice, potrebbe avvenire con strumenti democratici, piuttosto che con interventi di eco-dirigismo, come durante la pandemia Covid», chiude Angelucci.