Oggi la partenza delle svendite in Italia mentre in Alto Adige la data d’inizio sarà il 13 gennaio. Confesercenti mette in luce il paradosso: “Di fatto le promozioni sono già iniziate nei nostri negozi. Online possibile, a certe condizioni, anche la pubblicità. C’è uno scollamento tra realtà e ufficialità: assurdo scostarsi dal resto d’Italia”.
Le svendite in Italia sono iniziate oggi. In Alto Adige, invece, prenderanno il via sabato prossimo 13 gennaio. Uno scarto di più di una settimana che sta creando una situazione paradossale perché le svendite, di fatto, sono già realtà anche sul territorio altoatesino senza averne i crismi dell’ufficialità. Una stucchevole asincronia che si traduce, semplicemente, in complicazioni aggiuntive (e a questo punto non necessarie) per i commercianti. A farne una questione pratica prima ancora che istituzionale è Confesercenti con il direttore Mirco Benetello. “Purtroppo spostarsi dalla data nazionale produce questi contraccolpi. Ricordiamo, infatti, che normativamente è vietata la promozione della svendita fino al 13 gennaio ma non la sua attuazione in negozio. Ecco, quindi, che moltissimi commercianti propongono già le loro promozioni in linea con quella che è l’onda comunicativa nazionale. Aver spostato la data di inizio dei saldi a sabato prossimo crea solo delle difficoltà in più in termini di gestione e una perdita di parte della potenziale clientela che non si muove fino alla partenza ufficiale e, magari, predilige altre piazze nazionali o l’e-commerce”.
Lo scollamento, insomma, avviene tra logiche che si immaginano ancora molto locali ma che, nella realtà dei fatti, sono nazionali se non mondiali. “Il mondo del commercio – continua Benetello – è forse tra i più interconnessi sul globo. Se le svendite iniziano ovunque il 5 gennaio nessuno si cura del fatto che l’Alto Adige abbia posticipato. Anzi. Il secondo paradosso (oltre a svendite non ufficiali ma di fatto esistenti) è che un negozio bolzanino con un sito che ha il server fuori provincia può tranquillamente lanciare le proprie svendite online promuovendole. Persino su Amazon potrebbe applicare le scontistiche. Nel concreto, dunque, può sponsorizzare le svendite nel web, applicarle in negozio ma non esporle sulla vetrina. La realtà è questa”.
Un paio di obiezioni, però, sorgono naturali. Se le svendite sono già un dato di fatto perché preoccuparsi della data di inizio ufficiale? “Perché ci sono anche persone che aspettano comunque la partenza ufficiale (magari perdendosi alcune delle proposte più interessanti) ed esiste un battage mediatico importante che coincide con la partenza istituzionale che, nella realtà dei fatti, è piuttosto fittizia. In questo modo, però, perdiamo tutto il traino mediatico nazionale con giornali e telegiornali che annunciano le svendite e i nostri negozi fermi al palo costretti ad organizzare tecniche più o meno complesse per essere comunque al passo con il resto della concorrenza nazionale e digitale”. Confesercenti, però, è una delle associazioni di categoria che propone la data di inizio delle svendite. “Ha detto bene: noi proponiamo e avremmo voluto, per i motivi descritti, iniziare con il resto d’Italia. Purtroppo non è stato deciso così e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. Commercianti e consumatori”.
Sul tema interviene anche la presidente di Confesercenti Elena Bonaldi con una riflessione sulla stagionalità. “A ottobre e novembre le alte temperature hanno portato ad una contrazione delle vendite dei capi spalla che sono quelli più pesanti. Perdersi anche la prima settimana di saldi diventa un problema perché la gente si sposta verso quei punti vendita dove è stato già comunicato l’inizio delle promozioni. Ci troviamo in una situazione che ha anche dei connotati surreali”. Un meccanismo che penalizza ulteriormente, intanto, il negozio di vicinato. “Le grandi catene hanno una capacità comunicativa esponenzialmente superiore a quella dei piccoli imprenditori. Con questo slittamento di una settimana, quindi, si agevola uno spostamento della capacità di spesa verso i punti vendita dei brand che, attraverso chat e email marketing, hanno già bombardato i consumatori con l’avvio dei saldi nazionali. Rimangono al palo solo i piccoli spostando, inoltre, ancora di più il commercio nelle zone dove si trovano le grandi catene come il Centro. In un colpo solo, dunque, si penalizza sia il negozio di vicinato sia il commercio nei quartieri: punti che, al contrario, dovrebbero stare a cuore a tutti”.