La polemica continua, niente quiete per l’Est Ovest meranese

In questi giorni è diventato oggetto di dibattito pubblico e politico la chiusura a Merano del Club Est Ovest, da qualche settimana attivo nella sua nuova sede presso l’edificio dell’ex Bersaglio in via Lido 4.
È noto che i volontari del Club hanno sempre offerto al pubblico, già nella vecchia sede di Passiria, un luogo in cui le persone possano trovare una sana socialità, a prescindere da ogni ideologia, età o origine attraverso eventi culturali.
La notizia della chiusura dei battenti dell’Est Ovest hanno portato i riflettori verso la Politica comunale che si è trovata costretta a dover prendere in mano la situazione.
L’assessore Perbellini, in una intervista telefonica, dichiara che non ha autorizzato l’evento musicale nella sede del Club a causa del non rispetto di alcuni standard necessari al fine di proseguire con i permessi da parte dell’Est Ovest. Precisa anche che lui stesso è un giovane e che non ha nulla in contrario al Club come tale, ma visto il suo ruolo in Comune da Assessore ha semplicemente fatto il suo dovere.
La Consigliera comunale dei Verdi Julia Dalsant afferma che gli ostacoli che si sono verificati sono certamente dettati dalla burocrazia. «Tutto ciò poteva essere risolto – secondo Dalsant – con un po’ più di volontà e buon senso da parte dell’Amministrazione comunale. Probabilmente è stato montato il caso anche in vista delle prossime elezioni comunali». La Consigliera evidenzia con una nota critica che si tratta in ogni caso di campagna pre-elettorale sulle spalle della cultura e del Club.
I volontari dell’Est Ovest hanno risposto a tutto tondo per mezzo di un comunicato stampa sul loro sito ufficiale, dove dopo la chiusura del club si legge: «Nel frattempo, continueremo a cercare di trovare soluzioni attraverso un dialogo aperto e costruttivo con le Autorità competenti e personale amministrativo e tecnico del Comune di Merano e della Provincia di Bolzano (cosa che accade già da anni) e, che speriamo ci permettano di rimettere le nostre attività culturali al centro del nostro impegno quotidiano».
Considerando il clima di tensione sia a livello politico, sia sociale, è presumibile che la questione si protrarrà ben oltre le ferie d’agosto.