Un favoloso esperimento musicale contemporaneo: il prossimo concerto del festival bolzanino dedicato ad esecutori e compositori contemporanei vedrà Reinhilde Gamper eseguire sulla sua cetra le musiche del compositore Simon Gamper.
L’appuntamento è il 9 novembre al Centro Trevi di Bolzano, alle ore 18:00 e tutto il programma sarà all’insegna delle sonorità della cetra, particolare strumento della tradizione tirolese, e live-electronics. Reinhilde Gamper si avvicina con questo strumento alla nuovissima opera di Simon Gamper, esplorando nuovi territori sonori grazie a tecniche avanguardistiche e contaminazioni elettroniche che danno alla cetra una veste completamente nuova
Simon Gamper, di cui il festival ha già presentato alcuni brani nei precedenti appuntamenti, è originario di Lana è si è formato all’Università della Musica di Graz. Ha viaggiato in tutta Europa nelle vesti di polistrumentista, compositore e produttore, esibendosi tra l’altro alla Elbphilharmonie di Amburgo e all’Opera di Graz. Come compositore ha musicato il primo film western lettone e sta realizzando un film e una colonna sonora sulla carriera alpinistica di Reinhold Messner.
Il concerto promette un’esperienza sonora originale e suggestiva, in uno dei centri vitali della cultura bolzanina.
L’appuntamento con il festival è doppio questo weekend, e domenica 10 novembre alle ore 18:00 si terrà un secondo concerto di musica contemporanea al Conservatorio Monteverdi. Sarà protagonista l’Ensemble Windkraft, partner fondamentale del festival, con una delle sue tante diverse formazioni. Troviamo infatti questa volta Fabio Furia al bandoneon, Roberto Gander al clarinetto, Antonio Aiello e Luca Falasca al violino, Luigi Azzolini alla viola, Leonardo Sapere al violoncello e Rino Braia al contrabbasso.
Il programma della serata è estremamente variegato, con diverse combinazioni strumentali e musiche dal Novecento ma anche partiture scritte negli ultimi due decenni. Si comincia con György Ligeti e la sua Hungarian Rock, qui in un arrangiamento per clarinetto ed archi realizzato da Hubert Stuppner. Il brano in realtà era stato scritto dal compositore austro-ungherese per la clavicembalista Elisabeth Chojnacka che ne diede la prima esecuzione a Colonia nel 1978. Per il brano Ligeti sceglie la forma della “chaconne”, che si confà particolarmente al clavicembalo essendo una forma musicale tipicamente barocca, ma allo stesso tempo ne dà un’interpretazione fortemente nazionalistica scegliendo un tema con forti caratteristiche della musica popolare ungherese. Come se non bastasse il termine “rock” nel titolo sembra suggerire possibilità interpretative che esulano da entrambe le definizioni precedenti.
Segue un brano della giovane compositrice americana Jessie Montgomery, dal titolo Duo for Violin&Cello, scritto per essere eseguito dalla compositrice stessa al violino e dall’amico Adrienne Taylor al violoncello. Grazie alla genialità delle sue composizioni Montgomery è stata la prima donna di origini afroamericane a vincere un Grammy per la migliore composizione classica contemporanea.
La seconda compositrice in programma è invece l’ormai celebre altoatesina Manuela Kerer, con il suo Gletscherquartett, commissionato nel 2018 da Andreas Mörl. La partitura sembra giocare con i processi che portano alla formazione dei ghiacciai, dai piccoli cristalli di neve fresca ad aggregati solidi di sempre maggiori dimensioni che si formano come spinti da un impulso gravitazionale che sembra governare anche le masse sonore della composizione.
Entra poi in scena il bandoneon, strumento caro ad Astor Piazzolla e spesso protagonista dei suoi tanghi. Il brano Bububu, del compositore bolzanino Luca Sticotti è proprio un omaggio a Piazzolla e a Dino Saluzzi, grandi interpreti del tango nuevo argentino, anche se il titolo fa riferimento in realtà ad una cittadina di Zanzibar, così battezzata per via del suono del treno a vapore che vi transitava.
Il concerto si conclude con il Doppio concerto per bandoneon e clarinetto del compositore e bandoneonista Juan Pablo Jofre Romarion, più volte insignito dei prestigiosi Grammy Award.
Foto. Reinhilde Gamper@Gruber Chizzali