Siamo in campagna elettorale e la stella alpina, temendo di perdere la maggioranza corre ai ripari insistendo sulla doppia cittadinanza.
Siamo alle solite. Alla SVP sembra tremare la terra sotto i piedi. In fondo nulla di così strano. Il caro “Landeshauptmann”, punto di riferimento per numerosi concittadini italiani molla la partita dopo venticinque anni d’ininterrotta attività in prima fila. Tanti di noi ci siamo fidati di lui, dandogli il voto, magari otturadoci il naso, perché sapevamo che era un voto dato anche alla SVP. Cosa normale, essendo la SVP, un partito etnico, volto a tutelare gli interessi delle minoranze tedesca e ladina.
Scelta politica, da parte di un elettore italiano, benché sudtirolese, che appare “politicamente schizofrenica”.
Ma non è così se si riflette a fondo sul “caso Durnwalder. il presidente di orgini pusteresi di spirito europeo che ha saputo parlare agli italiani. Qui la cosa cambia e ha un senso, perché il voto è rivolto a lui e non al partito. Questa situazione nelle prossime provinciali d’autunno non si verificherà.
Quegli italiani che stimano Durnwalder e che lo voterebbero saranno spaesati e senza un orientamento certo. I partiti italiani non sono capaci di proporre un’alternativa credibile,e anche la SVP priva di Durnwalder è altrettanto poco credibile per i numerosi tifosi del presidente.
Nel frattempo la SVP, conscia di tutto ciò, previene la probabile caduta e la perdita del 18 consigliere. Così ricorre ancora a Vienna e invoca per i sudtirolesi la doppia cittadinanza. Secondo il capo della SVP, Richard Theiner si tratterebbe di un’iniziativa di spirito europeo. Mi domando, iniziativa per chi? Per l’SVP, per i sudtirolesi di lingua tedesca, per tutti i sudtirolesi o per chiunque residente in Sudtirolo? Anche se non credo che all’Austria interessi “la questione”, un tempo si chiamava così, più di tanto, auspicherei uno sviluppo politico che conduca a una cittadinanza europea che superi ogni tipo di appartenenza nazionale, o peggio regionale.