Venne a Bolzano due volte. Al Salotto del Libro e la seconda volta a parlare con gli studenti del capoluogo altoatesino.
E’ morta Margherita Hack, una donna che ha speso la sua vita tra le stelle. L’ho presentata alcuni anni fa agli studenti bolzanini in una un’aula magna gremita fino all’inverosimile, e ci ha parlato di lei, dei suoi studi, del suo essere ebrea. “Sono nata nel 1922 a Firenze, raccontò, lo stesso anno della marcia su Roma e all’inizio della dittatura fascista. Un ricordo della mia infanzia mi è rimasto particolarmente impresso si riferisce al 1928, o 1929 quando ci furono le ultime elezioni “libere”. Un conoscente raccontava che esistevano due tipi di schede, una bianca per chi era contrario al regime e una tricolore per chi era favorevole, ma poiché le schede erano semitrasparenti, anche quando erano chiuse si capiva benissimo la scelta espressa. Divenni appassionatamente antifascista nel 1938 quando, con le leggi razziali applicate in seguito alla alleanza con la Germania, scimmiottando i nazisti, cominciò anche in Italia la persecuzione degli ebrei. vidi allora, da un giorno all’altro, cacciare dal Liceo tutti i miei compagni di scuola ebrei e i miei professori ebrei”.