Comicità altoatesina – “E se Durnwalder se ne va, il nuovo presidente continueremo a chiamarlo Luis”

Cababoz

Cababoz: Terza stagione. Sembra di annunciare un programma televisivo o un serial, in realtà si tratta dello spettacolo di cabaret che dopo due anni è quasi diventato un appuntamento mensile fisso per molti altoatesini. I “ragazzi di Cababoz” sono giovani, studenti, lavoratori, che hanno ideato questo spettacolo divertente e lo hanno gestito in completa autonomia.
Abbiamo intervistato due di loro: Gianluca Iocolano (classe 1988), l’insostituibile presentatore di Cababoz, spalla comica di diversi sketch, nonché protagonista indiscusso di ogni pre-serata col suo personaggio di Helmut Keiserwaldner (improbabile Capo di Gabinetto di Luis Durnwalder) e Alberto Brugnoli (classe 1990), il rappresentante della compagnia, colui che gestisce la parte amministrativa e i contatti con i locali, ma anche l’interprete di alcuni dei personaggi più esilaranti di Cababoz: Suor Cecilia e Papa Ratzinger.
Ciao ragazzi. Allora siamo al terzo anno di Cababoz, ma raccontateci com’è iniziato tutto quanto.

Alberto: Formalmente sarebbero due anni esatti a Novembre, ma quella 2013/2014 è proprio la terza stagione.
Gianluca: Però l’idea nasce ancora prima. Era il 2010 e all’epoca alcuni degli attuali componenti della compagnia, incluso me, stavano partecipando al workshop “Giovani in scena”, organizzato da Provincia e Teatro Stabile e tenuto fra gli altri dal grande Paolo Rossi. Fu proprio lui, alla fine del corso, a dirci che avevamo la stoffa per continuare e per mettere insieme una compagnia di teatro comico. Quasi per gioco qualche tempo dopo ci siamo esibiti insieme ad altri amici in un bar di Bressanone davanti ad una trentina di persone. Ci chiamavamo “I figli dello Zenith”. Circa un anno dopo un nostro amico, Ayyoub El Hilaa, che all’epoca collaborava con il Servizio Giovani della Provincia, ci chiamò e lanciò l’idea di formare una compagnia di cabaret, il “Cababoz”.
A: In effetti il Servizio Giovani ci dette un grande aiuto pubblicizzandoci, stampando un po’ di merchandising e concedendoci i locali per le prime serate. Aggiungerei che un po’ di merito va anche al “Festival Studentesco” che ci ha fatti conoscere proprio all’interno di un contesto creativo quando eravamo ancora a scuola.
G: E’ una buona “palestra” per chi ha voglia di mettersi in gioco.

Poi cos’è successo?

G: Altri si sono uniti alla compagnia che si è formata fino a diventare ciò che è ora. Ci siamo strutturati meglio e abbiamo sviluppato i personaggi. Ci siamo dati una gerarchia.

In che senso? C’è qualcuno che dirige il tutto?

A: Non proprio. Siamo in 18 e per ogni spettacolo nominiamo a rotazione due direttori artistici che organizzano le prove, la scaletta ecc. Dopo il primo anno abbiamo capito che era un buon modo per far funzionare meglio gli spettacoli.
G: Sono cose che si imparano col tempo, ma sono assolutamente necessarie a farti fare il salto di qualità.
A: Prima ci arrivavano critiche su “come doveva essere fatto lo spettacolo”, da quando ci siamo dati una struttura non è più così. Ora c’è solo la serata che piace e quella che piace un po’ meno. Tant’è che ci promettono una nuova data ogni volta che ci esibiamo in un locale.
G: Così l’anno scorso abbiamo fatto due serate al Carambolage e una al Teatro Cristallo all’interno della rassegna “Arte del far ridere”.

Vi siete esibiti in qua e là in tutta la regione. Avete anche fatto una data a Bologna, avete mai pensato di ripetere l’esperienza?

G: Non è facile, servirebbe qualcuno che girasse i locali fuori regione e proponesse lo spettacolo.
A: Io mi occupo degli ingaggi e non è per niente semplice, soprattutto se non è il tuo lavoro. Se avessimo una persona pagata che gestisse tutto questo sarebbe un attimo. Anche perché dei format “Zelig” con giovani emergenti come noi non esistono da nessuna parte.

Passiamo alle novità di quest’anno.

A: Abbiamo l’imperativo categorico che quando inizia una nuova stagione ognuno deve sapersi innovare. Cerchiamo di inserire nuovi personaggi. Quando abbiamo iniziato proponevamo anche qualche pezzo di altri comici, ma ora facciamo solo pezzi nostri. Negli anni si è creato abbastanza feeling nel gruppo da permetterci di improvvisare senza problemi tra di noi, ma anche con il pubblico.
G: Però scrivere è difficile e ancora di più lo è fare comicità originale. Con Internet e i Social Network, ora chiunque abbia un’idea la può pubblicare immediatamente e condividerla con chiunque. Capita che ti venga in mente una bella battuta e poi la senti pronunciare da questo o quel comico in televisione.

In fin dei conti nell’arte ormai è difficile che qualcosa sia originale, più probabile che siano rielaborazioni…

G: Infatti, come ci ha insegnato Paolo Rossi, che a sua volta imparò da Dario Fò: in teatro copiare è da cog****i, rubare è assolutamente lecito. Basta rielaborare.
A: E’ Dario Fò che insegna a Paolo Rossi, che insegna a Iocolano che mette su Cababoz. Quindi Cababoz è figlio di Dario Fò.

E l’uscita di scena di Durnwalder come influirà sul personaggio di Helmut Kaiserwaldner?

A: Una cosa è sicura: chiunque sarà il nuovo presidente continueremo a chiamarlo Luis.
G: …o “imperatore”. Finché campa c’è speranza. E’ sicuro che sotto elezioni gli spunti saranno tantissimi. Magari anche Helmut non ci sarà più e subentrerà qualcun altro. Ovvio che mi divertirò sempre a prendere in giro quei quattro pagliacci che si credono politici…

Non so se l’avete notato, ma l’anno scorso allo stesso “Festival Studentesco” in cui siete “nati” voi, alcuni ragazzi citavano personaggi o battute di “Cababoz”…

G: Sembra insulso in una città piccola come Bolzano, ma a volte c’è qualche ragazzo che mi riconosce come “quello che presenta il Cababoz” ed è una cosa che fa davvero piacere.

Fa piacere anche a noi sapere che questi ragazzi abbiano il giusto riconoscimento. Grazie alle loro doti e con un buon input da parte di alcune
lodevoli iniziative culturali della Provincia sono riusciti a creare un mezzo per divertire e divertirsi. Chi li conosce solo di vista ha sempre piacere
di rivederli e chi li conosce di persona un po’ ne è fiero, soprattutto se li ha visti “nascere” e “crescere”, artisticamente parlando.

Per chi non li ha visti c’è sempre tempo: il primo appuntamento è fissato per Lunedì 2 settembre. Ore 20.30 nel parcheggio del Centro Giovani
“Vintola  18” in via Vintler a Bolzano. Se dovesse piovere lo spettacolo sarà spostato all’Auditorium Battisti di via Santa Geltrude.
Prezzo biglietti: intero 5€ – ridotto 3€