L’indimenticabile Nives Stokel – una vita dedicata alla musica

Sono passati diversi anni dalla scomparsa della celebre pianista e insegnante di pianoforte Nives Stokel. Tuttavia chi ha avuto l’occasione di conoscerla e di apprendere da lei il fascino della musica e del suonare il piano ancora oggi la ricorda con stima e affetto. Passando davanti all’edificio sito al numero 26 della Via Tobias Brenner di Merano, dove abitava e giornalmente accoglieva i numerosi allievi per le lezioni di pianoforte, ancora oggi se ne coglie l’atmosfera. È come se quel via vai di alunne e alunni che dalla mattina alla sera si recavano in casa Stokel non fosse mai terminato. È proprio vero, le persone continuano a vivere nella memoria dei posteri e in particolare se in vita hanno saputo dare. E dunque – la professoressa Stokel, come tutti la chiamavano con dovuta reverenzialità – a numerose generazioni altoatesine, e non solo, ha dato tanto. Senza distinzioni alcune, figli di borghesi, di operai, di famiglie benestanti, e anche povere, purché volenterose e animati dalla voglia di imparare a suonare il pianoforte, la porta di casa Stokel era sempre aperta. Forse non tutti a Merano sapevano di avere una concittadina di un così straordinario talento, una musicista sorprendente e una pianista di altissimo livello. Fino a tarda età, infatti, in rare occasioni mostrava in pubblico le sue straordinarie doti pianistiche, unendo con grande comunicativa esecuzione a commento del repertorio musicale. Ancora oggi ricordo un pomeriggio musicale presso la sala della Chiesa Evangelica di Merano in cui Nives Stokel eseguì davanti a un folto pubblico brani per clavicembalo di tre geni nati nel 1685, Johann Sebastian Bach, Georg Friedrich Händel e Domenico Scarlatti su pianoforte rigorosamente a memoria con incredibile abilità e originalità. Ma quanti si ricordano oggi che Nives Stokel fu allieva di uno dei più grandi compositori italiani del ventesimo secolo, Alfredo Casella e che a 18 anni si diplomò in pianoforte presso il Conservatorio Claudio Monteverdi di Bolzano? Una donna geniale, che certamente avrebbe potuto raggiungere la gloria delle grandi pianiste internazionali del suo tempo, come una Clara Haskil o Elly Ney. Ragioni famigliari l’hanno spinta a fare scelte diverse, e così pur non diventando celebre e famosa ha accompagnato, dalla Seconda Guerra Mondiale alla fine degli anni Novanta tantissimi giovani, portando alcuni di loro a diplomarsi in pianoforte, a intraprendere la carriera di musicista, di organista, di insegnate di musica e soprattutto ad arricchire il proprio bagaglio culturale e personale, poiché come disse Platone “La musica è la miglior medicina dell’anima”.