Elezioni in Spagna. Vincono i socialisti, ma sarà dura per Pedro Sanchez trovare una maggioranza

Il Partito socialista ha vinto le elezioni in Spagna. Il Psoe guidato da Pedro Sanchez esce dalle urne come primo partito e segna anche una certa distanza dal partito di centrodestra Partido Popular che segue, ma con la metà dei seggi, registrando un tracollo storico. Entra in parlamento l’estrema destra con Vox che ottiene 24 seggi. Altro aspetto rilevante è l’affluenza record che supera il 75,7%. La Spagna si ritrova però senza una maggioranza chiara per formare il prossimo governo e i partiti indipendentisti potrebbero ancora una volta ricoprire un ruolo chiave nel rebus delle alleanze che si prospetta. “Il Psoe ha vinto le elezioni, e con questo ha vinto il futuro e ha perso il passato“, le prime parole di Pedro Sanchez.
Dalle urne il premier ha ottenuto il mandato popolare che gli mancava, essendo arrivato alla guida dell’esecutivo dopo la caduta del governo guidato dal popolare Mariano Rajoy travolto dagli scandali. E ha portato il Partito socialista a vincere come non faceva da 11 anni. È stata un’esplosione di entusiasmo quella della folla assiepata lungo la via che ospita la sede del Psoe. Però il compito di Sanchez sarà molto arduo. Pur forte di 123 seggi (sui 350 del Congresso dei deputati), il doppio del Partido Popular – il vero sconfitto di queste elezioni che ne ottiene soltanto 66 dimezzando la sua presenza in parlamento – il leader socialista non ha i numeri per formare una coalizione di sinistra con una maggioranza chiara, poiché con i 35 seggi di Podemos si raggiungono soltanto 158 seggi. Se poi Pedro Sanchez decidesse di rivolgersi al fronte indipendentista, le opposizioni non esiterebbero a rinnovare le loro accuse. Accuse grazie alle quali è comparsa Vox, come molti osservatori fanno presente. L’indipendentismo spagnolo è il vero nodo politico che anche le elezioni di domenica mettono in luce.