CNA Trentino Alto Adige manifesta preoccupazione per l’evolversi dell’epidemia da Covid-19, soprattutto in relazione alle responsabilità in capo ai datori di lavoro.
“Il virus muta – spiega Claudio Corrarati, presidente della CNA regionale – mentre la situazione dei datori di lavoro rimane immutata rispetto alle responsabilità di contagio e malattia dei collaboratori in azienda. Un datore di lavoro non può esigere dai collaboratori che si vaccinino, per la verità non potrebbe nemmeno chiedere al dipendente se è vaccinato o meno, a parte casi ben precisi, o imporre tamponi con cadenza settimanale o bisettimanale. Eppure, secondo l’INAIL, le infezioni da Coronavirus avvenute nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa sono tutelate a tutti gli effetti come infortuni sul lavoro. Con quel che ne consegue, per gli imprenditori, anche civilmente e penalmente. Il rispetto delle misure contenute nei DPCM, nei decreti legge, nelle ordinanze provinciali e nei protocolli condivisi, da integrare con altre misure a volte anche più incisive secondo la peculiarità della propria organizzazione, di fatto non esenta le aziende dai precetti contenuti nel Decreto Legislativo 81/08, che danno luogo a sanzioni”.
“In questo contesto normativo – argomenta Corrarati – è difficile immaginare una ripartenza ordinata e serena delle aziende, a settembre, tra collaboratori vaccinati, non vaccinati, varianti del virus e norme che cambiano giorno dopo giorno sui comportamenti, dal distanziamento all’uso delle mascherine e altri DPI. O viene eliminata la responsabilità dei contagi in capo ai datori di lavoro, tanto più che in questo periodo estivo il virus circola certamente nei luoghi di svago e del tempo libero molto più che nelle aziende, o almeno si derubrichi il contagio da Covid a rischio generico, con responsabilità per l’impresa solo in caso di effettive e ben individuate mancanze e omissioni”.
Secondo la CNA regionale “è indubbio che le conseguenze nel medio-lungo termine, sul piano giuslavoristico, dell’emergenza pandemica in atto, è un tema su cui a lungo si discuterà, tanto quanto gli aspetti sanitari”.
“La pandemia – conclude Corrarati – ha imposto tensioni e torsioni fino a ieri inimmaginabili alla regolazione normativa e alla produzione giurisprudenziale e dottrinale su temi fondanti del diritto del lavoro e della sicurezza sociale. Siamo pronti, come sempre, a confrontarci ed a cercare soluzioni condivise tra parti datoriali e parti sociali, insieme alla politica, al Governo, alle Province Autonome di Bolzano e Trento, all’Inail, alle Asl. L’unica cosa che non possiamo fare è ignorare che il quadro normativo, in materia di sicurezza sul lavoro, non è adeguato al virus e alle continue evoluzioni e conseguenze che la pandemia comporta nella società e nell’economia”.