Contagiati all’estero, il Comitato Cura Domiciliare: “Situazione allucinante, intervenga il Ministro degli Esteri”

“Abbiamo invitato il Ministero ad organizzare con urgenza dei voli di rientro, almeno per i minorenni, per poi collocarli in eventuali Covid Hotels, per evitare quindi di mettere in pericolo la salute dei loro familiari. I genitori di alcuni minori si sono presentati ieri presso la Farnesina, tuttavia non sono stati né accolti, né ascoltati. Il Governo si assuma le proprie responsabilità e riporti i loro ragazzi a casa”. Parte la richiesta formale del Comitato Cura Domiciliare Covid-19 al Ministero degli Esteri, affinché le autorità preposte prendano “immediatamente in carico la situazione di circa 500 giovani, tra cui numerosi minorenni, rimasti bloccati all’estero (esattamente nelle località di Malta, Grecia, Spagna, Dubai, Gran Bretagna, Cipro, Portogallo), risultati positivi al Covid-19 o venuti in contatto con i positivi. I ragazzi sono rimasti privi di qualunque tipo di assistenza, sia da parte del nostro Paese, sia da parte delle istituzioni dei Paesi ospitanti”. Il presidente del Comitato, l’avvocato Erich Grimaldi, ha denunciato nei giorni scorsi la gravità delle condizioni in cui versano decine e decine di nostri connazionali (il servizio: (https://www.buongiornosuedtirol.it/2021/07/italiani-contagiati-allestero-chiedono-aiuto-al-comitato-cura-domiciliare/). Nel comunicato diramato oggi dall’associazione, il legale dichiara: “Riteniamo prioritario il rientro dei minori, le cui famiglie sono in ansia, in particolare di quelli (oltre una ventina) rimasti bloccati a Malta e nei confronti dei quali l’Ambasciata ha spiegato a un loro genitore di non disporre delle risorse necessarie per supportarli (la testimonianza audio di un genitore: https://fb.watch/6OqOtLlk37/). Tralasciando l’omessa e tardiva presa in carico delle istituzioni locali, ciò significa che il nostro Paese non si è attivato a dovere”. Malati, senza medicine, in molti casi con l’aggravante di non riuscire a reperire neppure cibo e acqua: per diversi connazionali il viaggio all’estero si è trasformato in un vero e proprio incubo. L’avvocato Grimaldi, che da un anno e mezzo si batte per l’introduzione di un protocollo domiciliare per curare il Covid nella fase precoce, non accetta compromessi e alza la voce: “L’Italia non ha previsto protocolli condivisi con i Paesi ospitanti in caso di contagio, il che si è tradotto nel dramma di questi giovani abbandonati a loro stessi”. Prosegue la portavoce del gruppo, la giornalista Valentina Rigano: “Il nostro lavoro non si ferma, continuiamo a supportare i giovani e le loro famiglie attivando la rete di medici che, con volontari reperiti sul posto, si preoccupa di recapitare farmaci e generi di prima necessità a chi ne ha bisogno. Le testimonianze che ci giungono in queste ore sono allucinanti: unico soccorso quello della nostra rete, costituita da medici, professionisti sanitari, avvocati e giornalisti volontari sta sostenendo i ragazzi a distanza, facendo recapitare loro la terapia e i farmaci necessari”.

Foto/c-UCDL e Comitato Cura Domiciliare Covid19