“Nei giorni scorsi è partito l’ordine di bloccare la somministrazione dei test salivari molecolari nelle farmacie, sebbene la loro efficacia, elevatissima, sia stata dimostrata anche dall’Università degli Studi di Milano”. Franco Corbelli (fondatore e presidente del Movimento Diritti Civili) fa il punto sul Green Pass, sulla campagna vaccinale di massa e lancia un appello a difesa della democrazia: “Qualcuno fermi questa follia. Il virus non si combatte con i diktat”. Laureato in scienze economiche e sociali, attivista, giornalista, è soprannominato il “Gandhi italiano”, per avere dedicato tutta la sua vita alla tutela dei più deboli. Per il suo impegno ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui la nomina, nel 2014, di Ambasciatore dei Diritti Civili. Si è occupato da sempre di casi umani e civili, del problema del sovraffollamento carcerario, della tutela di immigrati e rom, della disabilità, della povertà, del garantismo e del diritto di parola, conducendo inoltre battaglie contro la tortura e la pena di morte nel mondo.
Qualcuno sostiene che i tamponi debbano rimanere a pagamento, perché il vaccino è gratuito e i non vaccinati non possono gravare sulla spesa pubblica. Come stanno le cose?
“Innanzitutto una premessa: ci troviamo di fronte a un vaccino che, nonostante le strumentalizzazioni e le notizie provenienti dagli Stati Uniti, è ancora in fase sperimentale, tant’è che i suoi effetti futuri non sono noti. I tamponi andrebbero fatti con criterio: non si possono mettere sullo stesso piano vaccini sperimentali e test diagnostici. Questi ultimi si dovrebbero effettuare solo in caso di necessità, non ogni quarantotto ore”.
Chi paga realmente tamponi e vaccini? Qual è il volume d’affari generato finora dai vaccini e dai test diagnostici?
“Il business legato a tamponi e vaccini è spaventoso. Posso testimoniare, però, che nei confronti dei test salivari è stato posto un vero e proprio diniego. Ordini dall’”alto” stanno impedendo alle farmacie di somministrarli. Eppure si sono rivelati straordinariamente efficaci, non invasivi ed economici”.
Parliamo allora dei test salivari: qual è la loro efficacia e quanto costano?
“La loro efficacia è elevatissima e sovrapponibile a quella degli altri tamponi. Se l’obiettivo è combattere il virus, perché non si devono sfruttare tutte le armi a disposizione? Nei due Paesi-simbolo della campagna vaccinale, Israele e Inghilterra, le cose non stanno andando bene. Ho contattato un’azienda di Vigevano che commercializza i test salivari, al costo di due euro e novanta centesimi cadauno. Una confezione da venti viene cinquantotto euro. Riflettete”.
Secondo una circolare del Ministero della Salute del 14 maggio scorso (il link: https://www.trovanorme.salute.gov.it/norme/renderNormsanPdf?anno=2021&codLeg=80407&parte=1%20&serie=null), i tamponi molecolari rappresentano il gold standard per la diagnosi di Covid-19, ma quelli salivari andrebbero presi in considerazione, anche per gli screening ripetuti agli asintomatici. Finora, però, non è andata così: perché?
“È bene precisare che esistono diversi tipi di tamponi salivari. Recentemente ho avuto modo di parlarne anche con il professor Massimo Galli. Lo studio coordinato dal professor Gianvincenzo Zuccotti (docente di Pediatria e preside della facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano, ndr) ha messo a punto da tempo un test salivare molecolare (la fonte ufficiale: https://lastatalenews.unimi.it/covid-19-team-ricercatrici-statale-tampone-salivare-adatto-bambini), che offrirebbe un’efficacia prossima al 100%. Fino a pochi giorni fa i tamponi salivari venivano effettuati in farmacia e caricati sulla piattaforma, per richiedere il Green Pass: nel mio pc ho una circolare proveniente dall’”alto” che ha sospeso la somministrazione di questi test. Perché si vuole obbligare a tutti i costi la popolazione a farsi inoculare il vaccino sperimentale? Se in Israele e in Inghilterra i contagi fossero vicini allo zero potrei pure comprendere tale decisione. Tuttavia, la realtà è ben diversa. Di questo passo qualcuno dovrà rispondere di crimini contro l’umanità”.
L’obiettivo è contenere la pandemia o somministrare vaccini per sempre? C’è chi parla di obbligo vaccinale: qual è il Suo parere?
“Nutro sempre grandissimo rispetto nei confronti delle Istituzioni. Non si comprende, però, per quale motivo il Ministero della Salute abbia validato i test salivari il 14 maggio scorso, mentre ora vengono bloccati. Sto dedicando la mia vita a questa battaglia, cercando di infondere conforto e speranza a gente disperata. Io prendo atto dei dati oggettivi e di ciò che sta accadendo anche nel resto del mondo. Non si può continuare a ricattare la popolazione. Perché, riguardo all’efficacia e alla sicurezza dei vaccini, non vengono prese in considerazione anche le voci critiche di medici, ricercatori di fama internazionale e Premi Nobel? Tutto questo è una follia!”.
Da oltre un anno e mezzo assistiamo a una comunicazione martellante, a senso unico: per i media e le istituzioni chi non si vaccina rappresenta un pericolo per sé e per gli altri. Che cosa ne pensa?
“I media hanno veicolato questo messaggio, scatenando lo scontro tra vaccinati e non vaccinati. L’unico pericolo, invece, è il virus, che non si può combattere a colpi di diktat”.
I sanitari non vaccinati rischiano la sospensione; l’Inps non pagherà più la quarantena; per lavorare, studiare, usufruire di numerosi servizi e partecipare alla vita sociale occorre ormai il Green Pass, considerato una misura di salute pubblica. Inoltre, secondo il governatore della Toscana, Eugenio Giani, chi non si vaccina deve rimanere fuori dai luoghi pubblici. È la “nuova” normalità?
“I governatori della Toscana (Giani) e della Liguria (Toti) dovrebbero dimettersi immediatamente, per una questione di dignità. Toti ha invocato l’obbligo vaccinale. Le loro dichiarazioni sono di inaudita gravità, fomentano la discriminazione e la ghettizzazione. Un governatore ha il dovere di rispettare la sensibilità altrui: in caso contrario si deve dimettere”.
La comunità scientifica si è focalizzata esclusivamente sui vaccini, anziché sulle cure. Eppure, numerosi medici (generalmente derisi e perseguitati) sostengono che il Covid è facilmente gestibile a casa, purché trattato ai primi sintomi. Le terapie domiciliari sono però ostacolate: la libertà prescrittiva del medico e la libertà di adesione alle cure non sono più un diritto?
“Come si fa a non seguire una strada giusta e ragionevole, quale è quella delle cure domiciliari precoci? Chi ha imposto, come unica soluzione possibile, la vaccinazione di massa? Perché le cure sono state bistrattate e i medici che le promuovono sono continuamente oggetto di minacce e insulti? Esistono cure e test salivari efficaci e poco costosi: perché negare queste possibilità alla popolazione? Chi decide di sottoporsi alla vaccinazione deve farlo liberamente, senza alcuna costrizione”.
La Danimarca, che ha vaccinato completamente il 70% della popolazione, eliminerà le restrizioni anti-Covid a partire dal 10 settembre. L’Italia, secondo il Generale Figliuolo, vaccinerà l’80% entro il 30 settembre. Siamo partiti dalle mascherine, dal distanziamento, dall’igienizzazione e siamo arrivati alla campagna vaccinale più imponente di sempre (5 miliardi di somministrazioni nel mondo) e al Green Pass. Tuttavia sembra non basti mai: perché?
“Rispondo facendo notare che l’Italia è l’unico Paese d’Europa ad avere imposto il Green Pass a scuola. Perché gli altri Paesi non hanno seguito il nostro esempio? Il personale scolastico vaccinato è superiore al 90%: perché non vi fermate, introducendo invece i test salivari? La Danimarca sta eliminando le restrizioni, mentre da noi aumentano, al solo scopo di inoculare un vaccino sperimentale”.
Foto, Franco Corbelli