BONUS ENERGIA PER I DIPENDENTI PROVINCIALI IN SMART WORKING

Un bonus energia anche per i dipendenti provinciali che sono in smart working. È la proposta che arriva dal segretario regionale della Uil Scuola Marco Pugliese. Le condizioni che stanno preoccupando i lavoratori, d’altronde, sono note e partono da un costo della vita sempre più alto. Particolarmente pesanti in territori cari come Bolzano e l’Alto Adige. “Con queste bollette se tieni le luci e il riscaldamento accesi dalle nove del mattino perché devi lavorare rischi di andare incontro ad un salasso vero e proprio. Sarebbe da avviare un ragionamento complessivo con l’amministrazione provinciale”. Un approfondimento che andrebbe esteso anche allo stesso concetto di smart working. “Finalmente anche a livello internazionale lo si considera sempre più come strumento di risparmio ma non si può ignorare questi rincari nella pianificazione autunnale e invernale. Il che non significa rinunciare ai plus che lo smart working può garantire ma evitare che il lavoratore si trovi nelle condizioni di pagare per lavorare. Specie con un’inflazione che galoppa al 7%. Una soluzione potrebbe essere, ancora una volta, abolire il patto di stabilità che con il fiscal compact ha, di fatto, bloccato gli investimenti e i prestiti alle imprese dal 2012. Dobbiamo andare oltre”.

IL RILANCIO DELLA SETTIMANA CORTA

Intanto anche la California sta seriamente riflettendo sulla settimana corta di quattro giorni. “Non è un territorio banale considerando che parliamo dei luoghi della Silicon Valley – continua Pugliese – e di aziende che sono all’avanguardia mondiale per l’organizzazione del lavoro. Ci sono numerosi studi che dimostrano come lavorare quattro giorni con un orario normale garantisca una produttività in linea a quella attuale”. Ci sono, però, settori come la ristorazione dove sarebbe molto difficile. “Sì ma non impossibile. Nulla vieta di fare turni di quattro giorni al posto di sei assumendo più persone. Chiaro che servirebbe un aiuto dello Stato alle imprese per fronteggiare le spese per arrivare a regime. Nel giro di tre anni, però, si potrebbe arrivare tranquillamente a questo assetto con grandi benefici per le aziende e per i lavoratori che godrebbero di maggiore tempo libero”.