Primo Convegno sul Suolo dell’Alto Adige: focus su terreni agricoli e cambiamenti climatici

In che modo l’humus influenza il cambiamento climatico? E perché l’humus è così importante in agricoltura? Ricercatori altoatesini e relatori internazionali hanno affrontato questo tema molto vario, espressione di molteplici funzioni.
L’humus, o terreno agricolo, può addirittura influenzare il cambiamento climatico. La salute dei terreni e gli effetti del cambiamento climatico sono tra le principali sfide che impegneranno l’agricoltura nei prossimi anni. Nella scorsa settimana si è svolto a Terlano il primo Convegno sul tema dell’humus nei terreni agricoli e del suo ruolo nei cambiamenti climatici. L’evento è stato organizzato dal Centro di Sperimentazione Laimburg e dalla Libera Università di Bolzano, in collaborazione con il Centro di fruttiviticoltura dell’Alto Adige e il Felderer Terra Laboratory.“
La maggior parte di tutta la vita sulla terra dipende direttamente o indirettamente dal suolo”, ha spiegato Martin Thalheimer, responsabile del gruppo di lavoro Terreno, Concimazione e Irrigazione del Centro di Sperimentazione Laimburg di Ora, a pochi chilometri a sud di Bolzano.
Nel suo intervento l’assessore provinciale all’agricoltura Arnold Schuler ha dichiarato che “un suolo sano è fondamentale per la nostra agricoltura. L’Alto Adige può vantare un indice della qualità biologica del suolo, che descrive la biodiversità di organismi nel terreno, mediamente buono. Tuttavia, c’è margine di miglioramento attraverso misure di gestione delle colture, della concimazione, del campionamento e delle analisi periodiche del suolo. Per questo motivo sostengo qualsiasi misura in questa direzione e sono lieto di questa collaborazione sul tema dell’humus”.
La scienza del suolo nasce nel XIX secolo e in Alto Adige questo studio  è iniziato nel 1946 con l’apertura di un piccolo laboratorio pedologico (studio del terreno) nella farmacia della famiglia Peer a Bressanone. Nel 1979, il Centro Laimburg ha rilevato le attività di questo laboratorio. Negli ultimi decenni sono nate altre strutture che si occupano di suolo, come il laboratorio privato Felderer Terra Laboratory di Lana, l’Eurac Research e la Libera Università di Bolzano.
Il lavoro di ricerca sul suolo spazia dalle analisi chimico-fisiche alla cartografia del suolo. “A differenza della maggior parte delle aree limitrofe, l’Alto Adige non dispone di una carta dei suoli a livello territoriale. Esistono tuttavia una serie di carte pedologiche su piccola scala, che rappresentano una base preziosa di dati sui terreni dell’Alto Adige”, spiega Thalheimer nel suo intervento.
Poiché l’humus è composto per quasi il 60% da carbonio rappresenta una riserva di carbonio e può mitigare i processi dannosi per il clima sequestrando l’anidride carbonica dall’aria”, ha spiegato Christopher Poeplau dell’Istituto Thünen per la protezione del clima agricolo di Braunschweig (Germania).
Walter Wenzel della University of Natural Resources und Life Sciences di Vienna (BOKU) ha parlato della gestione dell’humus in tempi di cambiamento climatico. Il suolo rappresenta una grande potenzialità come riserva di carbonio che può essere aumentata con tecniche particolari.
Nella tavola rotonda, Christopher Poeplau (Istituto Thünen), Walter Wenzel (BOKU), Georg Niedrist (Eurac Research), Thomas Hafner (agricoltore biologico) e Martin Thalheimer (Centro di Sperimentazione Laimburg) hanno discusso sulla problematica della biodiversità del terreno.Per contrastare i cambiamenti climatici sono, tuttavia, necessarie strategie globali che vanno ben oltre il tema del suolo, e includono azioni politiche e finanziarie adeguate, un monitoraggio continuo e sinergie, come quelle che possono nascere dal Convegno sul Suolo dell’Alto Adige.

Foto © Centro di Sperimentazione Laimburg