“Senza l’invio di armi non si arriverebbe alla pace ma alla capitolazione dell’Ucraina e alla vittoria della prevaricazione.”
Così in aula la Presidente del Gruppo per le Autonomie Julia Unterberger sulle comunicazioni del Presidente Draghi in vista del Consiglio europeo.
“Tutta questa discussione è semplicemente nociva. La questione non è nell’invio delle armi, anche perché l’Italia ne manda meno della Lettonia. Il problema è che tutti i tentativi di mediazione sono falliti perché Putin non ha intenzione di fermarsi. L’unico modo per portarlo a un tavolo è aiutare la resistenza ucraina ed impedire che altri Paesi diventino vittime del suo folle disegno imperialista.
Putin – ha sottolineato – conosce bene l’effetto psicologico delle immagini di morte e devastazione nei Paesi che sostengono l’Ucraina. Vuole trasformare il più grande valore delle democrazie liberali, il rispetto di ogni vita umana, nella sua principale debolezza.
In più la guerra sta facendo crescere l’inflazione, mettendo a dura prova l’economia e mettendo pressione sui governi che più dipendono dall’energia russa.
E quindi, sempre più spesso, sentiamo dire che sarebbe meglio finire la guerra per porre fine alle sofferenze e per non pagarne il conto economico. Perciò quella di cui parlano non è la pace, si chiama resa o capitolazione, si chiama vittoria della prepotenza.
Dovremmo invece essere orgogliosi che l’Ucraina veda nella bandiera dell’Unione il simbolo per credere nel proprio futuro.
E dovremmo tutti capire che la posta in gioco non sono i sondaggi o le prossime elezioni, ma la difesa dei valori e della civiltà europea. È significativo che chi indossa la maglietta della pace dopo aver detto per una vita di voler armare benzinai e farmacisti, non raccolga consensi.
Il Paese chiede alla politica coerenza tra le parole e le azioni e un Governo che agisce in base alle convinzioni e non alle convenienze. Draghi vada avanti su questa linea. Da noi autonomisti il massimo e più convinto sostegno.”