“Megabatterio”, il fungo che mette in pericolo i volatili

Noto come “Megabatterio” il fungo Macrorhadbus Ornithogaster può causare la morte di passeriformi, calopsitte, pappagalli e ondulati. La dottoressa Ardizzone: “La quarantena e le visite prima di ogni contatto sono fondamentali”.

È conosciuto come “Megabatterio” e, in effetti, può avere degli effetti catastrofici se non ci si presta particolare attenzione. Il nome scientifico di questo fungo (quindi non un batterio) è Macrorhadbdus Ornithogaster ed è tipico dei passeriformi e dei pappagalli australiani. Particolarmente esposti a questa possibile infezione sono anche gli ondulati (le comuni cocorite) e le calopsitte. Recentemente ha fatto capolino pure alla clinica veterinaria bolzanina Südtirol Exotic Vets con i pazienti presi immediatamente in cura dalla dottoressa aviaria Federica Ardizzone. “Questo fungo si trasmette quando gli animali vengono posti a contatto con nuovi esemplari senza la necessaria quarantena e visita di controllo. Le contaminazioni sono molto comuni e i sintomi, purtroppo, spesso tardivi. L’uccello non mangia più e perde peso in modo vistoso. A volte i pazienti arrivano in clinica in decubito sternale: sono condizioni complicate su cui intervenire. Di frequente, purtroppo, conducono alla morte. Capita, per esempio, con esemplari acquistati nei negozi, all’ingrosso e che sono stati a contatto con conspecifici”.

“Cura difficile, la prevenzione è fondamentale”

Ecco perché la prevenzione è sicuramente l’arma più potente a disposizione. “Assolutamente. Quarantena e controlli: questo è il mantra da applicare sempre. La cura per il Macrorhadbus Ornithogaster, per di più, prevede un trattamento molto complesso con farmaci non sempre facili da reperire. La somministrazione degli stessi avviene per bocca ma il processo richiede tempo, fatica ed applicazione”.

A fare la differenza, poi, è la carica che presenta il fungo. “Se è alta si va incontro a tutte le difficoltà descritte – continua Ardizzone – ma se è lieve ci sono ondulati e passeriformi che riescono a conviverci senza alcun trattamento. Rimangono, però, potenzialmente dei vettori per l’infezione su altri esemplari”. Senza contare, infine, che il “Megabatterio” può andare ad incidere in situazioni critiche. “A volte può innestarsi su quadri complessivi dove l’animale presenta difese immunitarie basse andando a peggiorare situazioni delicate. Bisogna cautelarsi”.