Duro commento del segretario regionale della Uil Scuola Marco Pugliese all’idea di un assessorato unico con sociale e scuola che germoglia in Svp. “Sono due settori molto diversi. La politica provinciale si preoccupi del decadimento qualitativo di progetti sbilanciati e degli orari che limitano matematica ed italiano”.
“La scuola ha una funzione sociale ma non è un servizio sociale”. Gli spifferi in uscita dalla sede Svp di via Brennero riportano l’idea di unire scuola e sociale in un unico assessorato durante la prossima legislatura. Waltraud Deeg sarebbe la nominata in pectore (in attesa, chiaramente, dell’esito delle urne). Una prospettiva che non può trovare concorde la Uil Scuola che prende posizione in modo netto con il suo segretario regionale. “Finalmente torna la logica di molte delle scelte discutibili compiute negli ultimi mesi dall’amministrazione provinciale. Questa proposta non solo è sbagliata ma è proprio pericolosa”. Il motivo è presto spiegato. “Unire il settore sociale con quello della scuola non è accettabile ma ora capiamo la proposta di allungare l’orario dei docenti. Se la visione politica è questa allora risulta evidente come l’istruzione venga considerata alla stregua dell’intrattenimento”.
“I dati dicono che le competenze stanno calando”
Il tutto in un quadro complessivo della scuola altoatesina che non è esattamente raggiante. “Dati in mano stiamo vedendo un progressivo calo delle competenze nei test sottoposti agli studenti. Una perdita di competitività che si innesta su una struttura fatta di progetti linguistici sbilanciati e non funzionanti. Dovrebbero essere tarati in modo molto più professionale e andrebbero realizzati trasversalmente sia nella scuola italiana sia in quella tedesca. Averli solo da una parte squilibra il sistema e infatti siamo pieni di questi problemi come testimonia la cronaca degli ultimi mesi”. Nemmeno il raffronto con il resto d’Italia è incoraggiante. “Stiamo lavorando ad uno studio puntuale ma secondo un generico sondaggio compiuto nelle assemblee la scuola primaria – continua Pugliese – ha una media di 3,5 ore settimanali di matematica e 4 ore di italiano effettive (contro le 5 di matematica e 6 di italiano tabellari). Davvero troppo poco per spiegare con qualità. Se il problema del futuro è accorparsi con il sociale e non preoccuparsi di questo decadimento non possiamo che dirci allarmati. Ci auguriamo che, almeno su questo, ci sia un’unità sindacale ferrea. Tutti i docenti devono avere a cuore il loro ruolo di educatori senza confonderli con altre figure. Ugualmente importanti ma diverse”.