Interetnici ad… intermittenza

Il Punto di Sepp

Chiedo.

Il dibattito sul diritto o meno al secondo assessorato ha creato una frizzante discussione fra i supporters di chi diceva no (la stragrande maggioranza dei players politici locali) ed i supporters di chi diceva, invece, sì (una minoranza della minoranza). Il centro-destra italiano si è ritrovato solo a portare avanti l’istanza del secondo assessorato italiano, senza alcun supporto.

Da una parte il silenzio tombale degli altri partiti italiani, ovviamente voluto, nella speranza di entrare in maggioranza applicando la logica dell’offerta al ribasso perché, secondo alcune logiche perdenti che circolano nell’etere altoatesino, è meglio rinunciare ad un assessorato italiano (nonostante previsto dal diritto ed a dirlo è stata l’Avvocatura di Stato) pur di entrare in maggioranza, sacrificando quindi la rappresentanza di un’intera comunità pur di gestire porzioni sempre più irrisorie di potere e dolcemente soffocare.

In mezzo, il cosiddetto mondo interetnico che proprio nel momento del bisogno in alcuni casi è persino arrivato ad accusare gli italiani, quelli “cattivi”, di essere dei poltronari e a dire che sarebbe stato meglio un assessore con competenze pesanti piuttosto che 2 assessori inesistenti (almeno secondo i rumors). Per carità ragionamento anche giusto, ma le domande che sorgono spontanee sono molteplici:

  1. Perché gli italiani non dovrebbero ambire a 2 assessorati importanti (come peraltro successo in un passato non troppo lontano quando la SVP aveva la maggioranza assoulta in Consiglio provinciale)?
  2. Perché per avere un assessorato di spessore gli italiani avrebbero dovuto rinunciare ad averne 2?
  3. Perché per avere 2 assessorati gli italiani dovrebbero rinunciare ad avere competenze importanti?
  4. Perché gli italiani dovrebbero essere considerati poltronari se ambiscono ad avere 2 e solo 2 assessorati su 11? Ed allora Il gruppo linguistico tedesco, ovviamente maggioritario, che avrebbe, invece, diritto da 6 ad 8 assessorati (a seconda della larghezza della Giunta), come andrebbe considerato?
  5. Perché l’onere della rappresentanza in deroga del gruppo linguistico ladino deve ricadere su una delle 2 minoranze (e per 2 si intendono quella ladina e quella italiana) che risiedono sul territorio provinciale?
  6. Perché la comunità italiana, la cui consistenza è al 26%, dovrebbe rinunciare ad uno dei suoi due rappresentanti in favore della minoranza ladina? Da che mondo è mondo una minoranza sacrifica la sua rappresentanza per un’altra minoranza? Il buon senso dice che la maggioranza dovrebbe sacrificare.

Mi stupisce come in campagna elettorale il mondo interetnico, la cui leadership è unicamente espressione del gruppo linguistico maggioritario in provincia, si impegni molto a catturare i consensi del gruppo linguistico italiano per poi dimenticarsene in un momento fondamentale ovvero quando si tratta di far valere un suo diritto, ossia quello di essere rappresentato. In pratica per molte persone del mondo interetnico, la battaglia “etnica” portata avanti da alcuni esponenti del mondo di lingua italiana non aveva lo scopo di difendere e rappresentare una comunità frammentata e disorientata, bensì aveva lo scopo di garantire più poltrone. Ok, adesso sono proprio confuso. Gli italiani chiedono di essere rappresentati in Giunta con 2 assessori e immediatamente diventano poltronari? Ma lo stesso principio non dovrebbe valere anche per il gruppo linguistico tedesco che si ritroverebbe 8 assessori su 11? Gli italiani sono poltronari e gli altri no? Non ne capisco la logica.

Non dovrebbe essere il mondo interetnico a battersi per dare spazio adeguato ed espressione congrua a tutti i gruppi linguistici? Oppure ciò vale solo fino a quando a godere del voto italiano sono chiaramante politici di lingua tedesca? A mio avviso solo i Verdi sono, ad ora, l’unico partito veramente interetnico che si è speso fino in fondo per portare avanti la sua tradizione e quindi eleggere un italiano in Consiglio provinciale. A queste elezioni purtroppo non gli è andata bene, ma è mancato molto poco. Gli altri, invece, si sono messi la maschera ed hanno interpretato bene la loro parte, accalappiando migliaia di voti che hanno permesso loro di portare a casa un eletto in più.

Rimangono i partiti etnici del mondo di lingua tedesca che chiaramente non hanno fatto alcuna battaglia per un’adeguata rappresentanza della minoranza italiana, perché ovviamente non era la loro partita. In alcuni casi estremi sono arrivati persino a dire di percorrere via legali laddove gli italiani fossero stati 2 in Giunta provinciale. In un mondo ideale anche questi partiti avrebbero potuto capire che è controproducente o forse umiliante la sottorappresentanza di un’intera comunità, che in provincia è al 26%, invece, che opporre strenua resistenza, talvolta scadendo in eccessiva e ridicola arroganza.

Altra nota che stona. Alcuni noti giornalisti locali hanno persino tuonato dicendo che fosse pura fantasia il calcolo fatto per avere 2 italiani in Giunta e che per alcuni in politica le regole matematiche non contassero, come per dire che chi ha perorato la causa del secondo assessorato italiano avesse problemi con semplici addizioni. Magari se avessero letto con attenzione il testo di legge si sarebbero evitati una magrissima figura. Peraltro, come osavano gli italiani mettere in discussione il parere dell’ufficio legale della Provincia? Non sia mai. Al contempo errare humanum est.

È così sbagliato pretendere che una minoranza sia adeguatamente rappresentata e che sia attivamente coinvolta nella gestione della cosa pubblica?

Chiedo.