Luigi Spagnolli, il senatore che di autonomia se ne intende anche per essere stato due volte sindaco di Bolzano, la prima volta nel 2005 per poi essere riconfermato cinque anni dopo ne 2010, definisce la legge pasticciata che nel volgere di qualche anno a dire che l’autonomia non funziona e che va ricentralizzato tutto. Arrecando così un danno anche alle autonomie speciali.”
Così in aula il senatore e vicepresidente del Gruppo per le Autonomie, Luigi Spagnolli.
“L’esperienza dell’Alto Adige – dichiara Spagnolli – dimostra come questa forma di governo è in grado di creare benessere sociale ed economico. Il problema quindi non è l’autonomia, che darebbe una grande mano alla crescita del Paese, ma il modo con cui questa legge la va ad introdurre. Bisognava partire da un riesame delle materie concorrenti che in questi anni hanno portato a una esplosione dei contenziosi tra Regioni e Stato centrale. Qui invece viene introdotta un’autonomia “à la carte”, per cui le materie oggetto dell’intesa possono variare da regione a regione, in cui lo Stato centrale può unilateralmente far cessare l’intesa, in cui ogni materia ha un vincolo e una scadenza temporale.
C’è poi tutto il capitolo dei LEP, con il rischio di creare servizi pubblici di serie A e di serie B.
Su questo impianto è facile prevedere che i contenziosi aumenteranno esponenzialmente e che la confusione regnerà sovrana, con una disomogeneità strutturale in ogni processo decisionale.
Uno Stato – conclude – ridotto ad abito d’arlecchino, con sommo godimento dei centralisti che a quel punto avranno gioco facile nel dire che l’autonomia non funziona. Ma sarà “questa autonomia” a non funzionare, non l’autonomia.”
Foto. Luigi Spagnolli