“Alcuni colleghi non hanno capito che qui si parla di cultura e storia, e non di traffico e inquinamento. Purtroppo le mie proteste non sono valse a nulla”, commenta Köllensperger. Il mondo delle auto e moto storiche genera un enorme interesse – sociale, culturale, ma anche economico – di cui spesso non si ha la precisa percezione ed un giro d’affari impressionante, che per fare un paragone in Italia vale quasi sette volte quello del golf. Una percezione che purtroppo, e colpevolmente, manca anche nella politica: la settimana scorsa la quarta commissione del Consiglio provinciale ha respinto il disegno di legge 11/23, “Valorizzazione dei veicoli di interesse storico e collezionistico”. Durante la discussione non sono mancate le scintille con Svp ma anche Verdi, mentre dalla maggioranza è arrivato il sostegno da parte della consigliera Scarafoni.
I numeri sono davvero imponenti. Il settore delle auto e moto d’epoca genera un indotto importante in molti settori economici (ristorazione, settore alberghiero, turismo in generale, ma anche editoria, meccanica, ecc.). che si aggira sulla considerevole cifra di 2,2 miliardi di euro annui. Ma soprattutto le vetture classificate come storiche rappresentano anche uno straordinario patrimonio culturale e storico, rimandano a un passato anche remoto della storia industriale di eccellenza dell’Italia. Non ultimo hanno un forte significato affettivo per moltissime persone, collezionisti e non.
Con un disegno di legge, il Team K mirava a escludere dai provvedimenti di limitazione alla circolazione i veicoli con oltre 40 anni di età e con il riconoscimento di storicità riportato sulla carta di circolazione. In sostanza, i veicoli storici sono molto pochi e fanno pochissima strada, l’obiettivo era garantire sempre agli organizzatori lo svolgimento delle importanti manifestazioni dedicate a questi “musei su quattro ruote”, che tanto tempo e lavoro comportano e riempiono poi alberghi, ristoranti e generano in generale un importante indotto nei luoghi dove si svolgono. “Per cui parlare di CO2 o turismo di massa, come ha fatto qualcuno in commissione, è offensivo. Evidentemente non hanno capito che qui non parliamo di mezzi di trasporto, ma di beni culturali in movimento, che non vengono certo usati per andare a fare la spesa” sbotta Köllensperger.
“Nella maggioranza desidero ringraziare la collega Scarafoni per il sostegno dato al ddl, ne ha colto l’importanza e il senso, a differenza di Svp, Verdi, ma anche del Consorzio dei Comuni: la proposta ha a che fare con la cultura e la storia, non con il traffico ed il CO2. Nulla c’entra con il turismo di massa e le carovane di auto e moto sui nostri passi. Le auto d’epoca non sono mezzi di trasporto, e la tutela ambientale non c’entra nulla in questo caso e dispiace questo non saper distinguere. Si trattava piuttosto di promuovere manifestazioni che riguardano beni culturali in movimento”, ha spiegato deluso il primo firmatario Paul Köllensperger.